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Nella
comunicazione dell’azienda
va in scena la città

Dal nostro Archivio Storico, una raccolta di testimonianze iconografiche sul vivido legame fra Pirelli e la cultura urbana

Pirelli, la città, la visione. Con il terzo appuntamento del nostro racconto dedicato all’intenso rapporto fra Pirelli e la città, ci addentriamo nella dimensione della comunicazione visiva, fra fotografia e campagne pubblicitarie, dove l’azienda ambienta sé stessa e il proprio prodotto in un paesaggio urbano di significato.

Nel primo articolo di questo approfondimento “Pirelli, la città, la visione” abbiamo visto come il legame fra l’azienda e la città di Milano diventi presto un carattere identitario, con “Milano” che entra nel nome dell’azienda e dei suoi prodotti, lasciando un segno nella costruzione della storia dell’impresa e del suo immaginario”. In questo articolo ci occupiamo invece dell’ingresso dell’immagine della città nella comunicazione visiva dell’azienda, a partire proprio dalle rappresentazioni delle sue fabbriche, in primis quelle milanesi, dove il ritratto degli stabilimenti dà conto della loro presenza in città, come nel cartello per l’allestimento del Museo Storico delle Industrie Pirelli dal titolo Lo stabilimento di Milano-città, di Domenico Bonamini, realizzato in occasione del cinquantenario nel 1922.

Rispetto alla comunicazione visiva del prodotto, è negli anni Cinquanta che la città diventa coprotagonista in molteplici campagne pubblicitarie: sono i tempi delle grandi trasformazioni che stanno interessando gli insediamenti urbani in seguito all’aumento dell’urbanizzazione, la cui spinta principale è proprio l’industrializzazione (ne abbiamo parlato sempre sul nostro sito nell’articolo  “Pirelli e la città del futuro”). In questo scenario i prodotti Pirelli – pneumatici e abbigliamento in particolare – sono ulteriormente valorizzabili in quanto beni di utilizzo cittadino. È del 1950 la celebre fotografia di una serie, realizzata in piazza Duomo a Milano, per la pubblicità dell’impermeabile Pirelli per vigili urbani; del 1952 la pubblicità del pneumatico Stelvio Pirelli firmata Franco Grignani, dove si associa l’immagine di una città con il concetto di sicurezza (“Stelvio il pneumatico che tiene la strada”); del 1957 la campagna pubblicitaria Rolle Stelvio Cinturato di Erberto Carboni (“Milano non è solo affari ha una storia nascosta”) presenta un messaggio che avvicina il concetto di “viaggio in auto” a quello di “turismo in città”, all’insegna del comfort.

Gli anni Sessanta ci regalano le splendide immagini dei cataloghi di Pirelli Confezioni, fra tutte quelle di Ugo Mulas per il catalogo “La Moda e il Grattacielo” disegnato da Bob Noorda del 1959, delle vere e proprie “vedute” della Milano che proprio in virtù del Grattacielo Pirelli e del suo cantiere sta cambiando volto. Con il catalogo “Pirelli Confezioni, 1961-62” si vola a Parigi: fra tutti gli scatti Dora, impermeabile trench da donna, che si presta a incorporare lo stile e l’eleganza dell’esprit parigino.

Spostandoci agli anni Settanta e alla sezione audiovisivi del nostro Archivio Storico, troviamo la serie dei caroselli “La nostra vita sulle strade”, con la regia di Roberto Gavioli. Si tratta di spot televisivi della durata di 1’50’’, che in buona parte inscenano situazioni paradossali per le strade, nel caso di nostro interesse cittadine, con una buona dose di ironia. Qui la città emerge nel suo aspetto più caotico, con il pneumatico Pirelli a dirimere problematiche e complessità.

Sempre più viene ricercato ed evidenziato il legame fra Pirelli, i suoi prodotti e la città, il vivere in città, in termini di praticità e sicurezza, ma anche sempre più di stile – estetico e di vita.

Una nuova accezione assume la città degli anni Novanta, nella pluripremiata campagna “Power is nothing without control” dell’agenzia Young & Rubicam, la prima globale per Pirelli. Nel celebre spot del 1995, con Carl Lewis testimonial, è New York con i suoi monumenti più iconici a fare da sfondo all’azione, nelle declinazioni successive arriveranno altre metropoli, come Rio de Janeiro, con un indimenticabile Ronaldo sul Corcovado a prendere il posto del Cristo Redentore. Siamo entrati nell’era della globalizzazione, le città ancora una volta trionfano, sono i nodi della grande rete mondiale, e anche il luogo dove avvengono gli incontri e si saldano legami, come quello fra la committenza delle imprese e il mondo della grafica, del design, della fotografia.

A questa relazione, che vive da oltre 150 anni, Fondazione Pirelli ha dedicato lo scorso 4 marzo il workshop “Il progetto, la comunicazione visiva, la città. Valorizzare gli archivi d’impresa” per scuole superiori, accademie e università, nell’ambito dell’iniziativa Milano Museocity 2025. Un’occasione per immergersi nel ricco patrimonio iconografico e documentale di un’azienda che ha fatto della comunicazione una storia d’arte e di città, fra costume e stili di vita, sempre ispirata alla modernità, in bilico fra funzionalità e ricerca estetica.

Dal nostro Archivio Storico, una raccolta di testimonianze iconografiche sul vivido legame fra Pirelli e la cultura urbana

Pirelli, la città, la visione. Con il terzo appuntamento del nostro racconto dedicato all’intenso rapporto fra Pirelli e la città, ci addentriamo nella dimensione della comunicazione visiva, fra fotografia e campagne pubblicitarie, dove l’azienda ambienta sé stessa e il proprio prodotto in un paesaggio urbano di significato.

Nel primo articolo di questo approfondimento “Pirelli, la città, la visione” abbiamo visto come il legame fra l’azienda e la città di Milano diventi presto un carattere identitario, con “Milano” che entra nel nome dell’azienda e dei suoi prodotti, lasciando un segno nella costruzione della storia dell’impresa e del suo immaginario”. In questo articolo ci occupiamo invece dell’ingresso dell’immagine della città nella comunicazione visiva dell’azienda, a partire proprio dalle rappresentazioni delle sue fabbriche, in primis quelle milanesi, dove il ritratto degli stabilimenti dà conto della loro presenza in città, come nel cartello per l’allestimento del Museo Storico delle Industrie Pirelli dal titolo Lo stabilimento di Milano-città, di Domenico Bonamini, realizzato in occasione del cinquantenario nel 1922.

Rispetto alla comunicazione visiva del prodotto, è negli anni Cinquanta che la città diventa coprotagonista in molteplici campagne pubblicitarie: sono i tempi delle grandi trasformazioni che stanno interessando gli insediamenti urbani in seguito all’aumento dell’urbanizzazione, la cui spinta principale è proprio l’industrializzazione (ne abbiamo parlato sempre sul nostro sito nell’articolo  “Pirelli e la città del futuro”). In questo scenario i prodotti Pirelli – pneumatici e abbigliamento in particolare – sono ulteriormente valorizzabili in quanto beni di utilizzo cittadino. È del 1950 la celebre fotografia di una serie, realizzata in piazza Duomo a Milano, per la pubblicità dell’impermeabile Pirelli per vigili urbani; del 1952 la pubblicità del pneumatico Stelvio Pirelli firmata Franco Grignani, dove si associa l’immagine di una città con il concetto di sicurezza (“Stelvio il pneumatico che tiene la strada”); del 1957 la campagna pubblicitaria Rolle Stelvio Cinturato di Erberto Carboni (“Milano non è solo affari ha una storia nascosta”) presenta un messaggio che avvicina il concetto di “viaggio in auto” a quello di “turismo in città”, all’insegna del comfort.

Gli anni Sessanta ci regalano le splendide immagini dei cataloghi di Pirelli Confezioni, fra tutte quelle di Ugo Mulas per il catalogo “La Moda e il Grattacielo” disegnato da Bob Noorda del 1959, delle vere e proprie “vedute” della Milano che proprio in virtù del Grattacielo Pirelli e del suo cantiere sta cambiando volto. Con il catalogo “Pirelli Confezioni, 1961-62” si vola a Parigi: fra tutti gli scatti Dora, impermeabile trench da donna, che si presta a incorporare lo stile e l’eleganza dell’esprit parigino.

Spostandoci agli anni Settanta e alla sezione audiovisivi del nostro Archivio Storico, troviamo la serie dei caroselli “La nostra vita sulle strade”, con la regia di Roberto Gavioli. Si tratta di spot televisivi della durata di 1’50’’, che in buona parte inscenano situazioni paradossali per le strade, nel caso di nostro interesse cittadine, con una buona dose di ironia. Qui la città emerge nel suo aspetto più caotico, con il pneumatico Pirelli a dirimere problematiche e complessità.

Sempre più viene ricercato ed evidenziato il legame fra Pirelli, i suoi prodotti e la città, il vivere in città, in termini di praticità e sicurezza, ma anche sempre più di stile – estetico e di vita.

Una nuova accezione assume la città degli anni Novanta, nella pluripremiata campagna “Power is nothing without control” dell’agenzia Young & Rubicam, la prima globale per Pirelli. Nel celebre spot del 1995, con Carl Lewis testimonial, è New York con i suoi monumenti più iconici a fare da sfondo all’azione, nelle declinazioni successive arriveranno altre metropoli, come Rio de Janeiro, con un indimenticabile Ronaldo sul Corcovado a prendere il posto del Cristo Redentore. Siamo entrati nell’era della globalizzazione, le città ancora una volta trionfano, sono i nodi della grande rete mondiale, e anche il luogo dove avvengono gli incontri e si saldano legami, come quello fra la committenza delle imprese e il mondo della grafica, del design, della fotografia.

A questa relazione, che vive da oltre 150 anni, Fondazione Pirelli ha dedicato lo scorso 4 marzo il workshop “Il progetto, la comunicazione visiva, la città. Valorizzare gli archivi d’impresa” per scuole superiori, accademie e università, nell’ambito dell’iniziativa Milano Museocity 2025. Un’occasione per immergersi nel ricco patrimonio iconografico e documentale di un’azienda che ha fatto della comunicazione una storia d’arte e di città, fra costume e stili di vita, sempre ispirata alla modernità, in bilico fra funzionalità e ricerca estetica.

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