A Pasqua, una colomba d’autore
Forse non tutti sanno che la colomba di Pasqua è un dolce “d’autore”, e che la sua storia è legata, pur se in parte, a quella della Pirelli. L’ideatore della famosa ricetta è infatti Dino Villani, scrittore e geniale pubblicitario che, negli anni Quaranta, collaborava anche con la Rivista Pirelli. Quando scrisse l’articolo “Il padiglione viaggiante”, nel 1949, raccontando il viaggio dal Nord al Sud dell’Italia del furgone pubblicitario “Pirelli per l’agricoltura” Villani aveva già alle spalle l’esperienza di direttore pubblicità per il Gruppo Motta. Fu proprio per l’azienda dolciaria milanese che, nel 1934, ebbe l’idea di protrarre fino alla primavera “i fasti” del panettone natalizio, inventando un dolce pasquale che consentisse di sfruttare le stesse materie prime e gli stessi macchinari “invernali”. Insomma: un genio.
Nato a Nogara, in provincia di Verona, nel 1898, Dino Villani si trasferì in una Milano d’anteguerra dove già lavoravano cartellonisti e grafici di fama come Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Leonetto Cappiello: una scuola d’eccezione. Dopo l’esperienza alla Motta, per cui disegnò anche la M del marchio, Villani collaborò anche con la farmaceutica Carlo Erba, e avviò in seguito un “sodalizio artistico” con Cesare Zavattini per traghettare il premio “5000 lire per un sorriso” al concorso “Miss Italia” del 1946. L’articolo della Rivista Pirelli scritto nel 1949 è un piccolo prezioso compendio di quel concetto di “comunicazione integrata” di cui Villani divenne il maestro indiscusso nel Dopoguerra.
Il carro campionario Pirelli che attraversa le campagne italiane magnificando tubi e pneumatici, cinghie di trasmissione e stivali da risaia è frutto “di un’azione capillare che si serve di forme e di mezzi diversi da articolo ad articolo, da ditta a ditta, ma che vanno a colmare una lacuna ed a toccare quel pubblico che non legge e non visita le grandi città…”. Una comunicazione moderna ed efficace, opera di un’inventiva non comune, che ha saputo distinguersi nella pubblicità… e nella cucina italiana.


Forse non tutti sanno che la colomba di Pasqua è un dolce “d’autore”, e che la sua storia è legata, pur se in parte, a quella della Pirelli. L’ideatore della famosa ricetta è infatti Dino Villani, scrittore e geniale pubblicitario che, negli anni Quaranta, collaborava anche con la Rivista Pirelli. Quando scrisse l’articolo “Il padiglione viaggiante”, nel 1949, raccontando il viaggio dal Nord al Sud dell’Italia del furgone pubblicitario “Pirelli per l’agricoltura” Villani aveva già alle spalle l’esperienza di direttore pubblicità per il Gruppo Motta. Fu proprio per l’azienda dolciaria milanese che, nel 1934, ebbe l’idea di protrarre fino alla primavera “i fasti” del panettone natalizio, inventando un dolce pasquale che consentisse di sfruttare le stesse materie prime e gli stessi macchinari “invernali”. Insomma: un genio.
Nato a Nogara, in provincia di Verona, nel 1898, Dino Villani si trasferì in una Milano d’anteguerra dove già lavoravano cartellonisti e grafici di fama come Marcello Dudovich, Gino Boccasile, Leonetto Cappiello: una scuola d’eccezione. Dopo l’esperienza alla Motta, per cui disegnò anche la M del marchio, Villani collaborò anche con la farmaceutica Carlo Erba, e avviò in seguito un “sodalizio artistico” con Cesare Zavattini per traghettare il premio “5000 lire per un sorriso” al concorso “Miss Italia” del 1946. L’articolo della Rivista Pirelli scritto nel 1949 è un piccolo prezioso compendio di quel concetto di “comunicazione integrata” di cui Villani divenne il maestro indiscusso nel Dopoguerra.
Il carro campionario Pirelli che attraversa le campagne italiane magnificando tubi e pneumatici, cinghie di trasmissione e stivali da risaia è frutto “di un’azione capillare che si serve di forme e di mezzi diversi da articolo ad articolo, da ditta a ditta, ma che vanno a colmare una lacuna ed a toccare quel pubblico che non legge e non visita le grandi città…”. Una comunicazione moderna ed efficace, opera di un’inventiva non comune, che ha saputo distinguersi nella pubblicità… e nella cucina italiana.