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“L’Italia in bicicletta” taglia il traguardo, tra Cinema & Storia

Si è conclusa l’edizione 2025 di “Cinema & Storia”, il corso di formazione e aggiornamento gratuito per docenti delle scuole secondarie, dal titolo “L’Italia in bicicletta. Modernità industriale, conflitti politici e sociali, immaginari artistici”, che ha coinvolto quest’anno circa 200 docenti da tutta Italia. Organizzato da Fondazione Pirelli e Fondazione ISEC e giunto alla sua tredicesima edizione, il corso ha visto per la prima volta la collaborazione della Cineteca di Bologna, la cui selezione di film – resi disponibili per i docenti in modalità streaming – ha affiancato i sei appuntamenti online e la visita degli spazi della Fondazione Pirelli.
Le lezioni storiche hanno indagato i diversi aspetti della bicicletta: figlia della modernità industriale, simbolo di libertà e oggetto del desiderio, prodotto di largo consumo capace di dialogare con le culture più diverse e strumento di mobilità sostenibile, questo mezzo di trasporto può utilmente entrare nelle aule scolastiche in quanto portatore di una storia straordinaria.

Ciascuna lezione del corso è stata introdotta da “L’archivio racconta”, un breve momento di riflessione sul valore del patrimonio storico conservato in Fondazione Pirelli, condotta attraverso una selezione di documenti legati al tema portante di questa edizione: dalla cartolina celebrativa per il primo Giro d’Italia nel 1909 agli scatti del Gran Premio Pirelli al Velodromo Vigorelli, dalle campagne pubblicitarie velo – realizzate da grandi nomi della grafica come Lora Lamm e Massimo Vignelli – ai servizi fotografici che mostrano l’evoluzione della mobilità ciclistica in Italia.

Il corso è stato inaugurato dall’intervento di Raimonda Riccini, storica del design, che ha approfondito l’universo simbolico del mito della due ruote – capace di lasciare un segno profondo nell’arte e nella pubblicità – attraverso un excursus sulla ricca iconografia che ha consacrato la bicicletta nell’immaginario collettivo, dal punto di vista estetico e culturale.
Il film d’animazione Appuntamento a Belleville di Sylvain Chomet ha condotto i corsisti lungo le tappe del Tour de France, seguendo le disavventure di Madame Souza e del nipote Champion, tra Marsiglia e l’immaginaria megalopoli di Belleville. Una pellicola ricca di citazioni e trovate geniali, caratterizzata da un’attenta cura del disegno e da personaggi memorabili.

Eleonora Belloni, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Siena, ha analizzato l’evoluzione più che centenaria della mobilità ciclistica nel nostro Paese: una battaglia combattuta per la conquista dello spazio pubblico, che ha accompagnato il lungo cammino di modernizzazione della Nazione, chiamando in causa, di volta in volta, visioni diverse di progresso e di democratizzazione.
Ed è proprio l’Italia del Dopoguerra, tra le tracce del conflitto da poco terminato e i segnali di una rinascita che sta per arrivare, la protagonista di Ladri di biciclette, il capolavoro neorealista realizzato da Vittorio de Sica e Cesare Zavattini. Un classico senza tempo, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero nel 1950.

Con la terza lezione del corso, condotta da Francesca Tacchi, professoressa associata di Storia contemporanea all’Università di Firenze, si è esaminato il complesso rapporto tra le donne e la due ruote: dalla fine dell’Ottocento al ruolo fondamentale delle staffette partigiane nella lotta di Liberazione, dall’affermazione negli anni Sessanta del ciclismo femminile al primo Giro Donne nel 1988.
Tre storie, ognuna delle quali espressione di una fase della vita di una donna in Iran, sono al centro di The Day I Became a Woman di Marzieh Meshkini, tappa imprescindibile del cinema femminista iraniano. Nel secondo episodio, in particolare, la bicicletta – in sella alla quale la protagonista Ahoo è decisa a partecipare a una gara ciclistica – diventa simbolo di una estenuante lotta contro il patriarcato.

Il tema del legame tra bicicletta e storia politica è stato affrontato durante l’intervento di Stefano Pivato, professore emerito di Storia all’Università di Urbino Carlo Bo: un’indagine sull’utilizzo di questo mezzo di trasporto come veicolo di consenso e strumento di costruzione di un’identità nazionale, dalla fine del XIX secolo alla Seconda Guerra Mondiale fino al Dopoguerra, periodo segnato dalla contrapposizione tra Fausto Coppi e Gino Bartali.
Uno sguardo unico sulla società, i costumi e le atmosfere dei vari periodi storici è stato offerto invece da una selezione di film dell’archivio della Cineteca di Bologna, che spaziano dalla nascita del cinema – con il primo film dei fratelli Lumière – fino alla propaganda fascista dei primi anni Quaranta, quando la due ruote diventa non solo mezzo di svago, ma anche simbolo sportivo ed eroico.

La quinta lezione tenuta da Mimmo Franzinelli, saggista e storico, ha messo in luce le grandi competizioni ciclistiche italiane – la Milano-Sanremo, il Giro di Lombardia e, naturalmente, il Giro d’Italia – evidenziando l’importanza della città di Milano come centro economico e organizzativo e tracciando una storia culturale di questo sport, tra cronache, grandi campioni, tifoserie e rivalità.
Come catturare con la cinepresa l’atmosfera adrenalinica di queste competizioni? A questa domanda il regista Jørgen Leth risponde con A Sunday in Hell, documentario sportivo diventato subito un grande classico del genere, che ci racconta la Parigi-Roubaix del 1976, dai momenti precedenti alla partenza fino alle interviste al termine della gara.

I docenti hanno avuto poi l’occasione di scoprire lo stretto rapporto di Pirelli con il mondo del ciclismo visitando la Fondazione Pirelli, con la mostra “L’officina dello sport. Le squadre, la ricerca, la tecnologia, la passione e i valori sociali” e l’Archivio Storico aziendale, tra documenti, bozzetti originali, fotografie e stampati pubblicitari.

Il corso si è concluso con l’incontro In sella alla settima arte: viaggio cinematografico su due ruote a cura di Simone Fratini di Schermi e Lavagne, Dipartimento educativo della Cineteca di Bologna, che ha fornito una panoramica sul ruolo simbolico e narrativo della bicicletta nel cinema, tra film iconici e celebri personaggi del grande schermo: infatti, la due ruote non ha solo influenzato l’estetica e il linguaggio cinematografico, ma è diventato un elemento chiave per lo sviluppo della trama, nonché emblema di libertà, crescita, lotta sociale e avventura.

Si è conclusa l’edizione 2025 di “Cinema & Storia”, il corso di formazione e aggiornamento gratuito per docenti delle scuole secondarie, dal titolo “L’Italia in bicicletta. Modernità industriale, conflitti politici e sociali, immaginari artistici”, che ha coinvolto quest’anno circa 200 docenti da tutta Italia. Organizzato da Fondazione Pirelli e Fondazione ISEC e giunto alla sua tredicesima edizione, il corso ha visto per la prima volta la collaborazione della Cineteca di Bologna, la cui selezione di film – resi disponibili per i docenti in modalità streaming – ha affiancato i sei appuntamenti online e la visita degli spazi della Fondazione Pirelli.
Le lezioni storiche hanno indagato i diversi aspetti della bicicletta: figlia della modernità industriale, simbolo di libertà e oggetto del desiderio, prodotto di largo consumo capace di dialogare con le culture più diverse e strumento di mobilità sostenibile, questo mezzo di trasporto può utilmente entrare nelle aule scolastiche in quanto portatore di una storia straordinaria.

Ciascuna lezione del corso è stata introdotta da “L’archivio racconta”, un breve momento di riflessione sul valore del patrimonio storico conservato in Fondazione Pirelli, condotta attraverso una selezione di documenti legati al tema portante di questa edizione: dalla cartolina celebrativa per il primo Giro d’Italia nel 1909 agli scatti del Gran Premio Pirelli al Velodromo Vigorelli, dalle campagne pubblicitarie velo – realizzate da grandi nomi della grafica come Lora Lamm e Massimo Vignelli – ai servizi fotografici che mostrano l’evoluzione della mobilità ciclistica in Italia.

Il corso è stato inaugurato dall’intervento di Raimonda Riccini, storica del design, che ha approfondito l’universo simbolico del mito della due ruote – capace di lasciare un segno profondo nell’arte e nella pubblicità – attraverso un excursus sulla ricca iconografia che ha consacrato la bicicletta nell’immaginario collettivo, dal punto di vista estetico e culturale.
Il film d’animazione Appuntamento a Belleville di Sylvain Chomet ha condotto i corsisti lungo le tappe del Tour de France, seguendo le disavventure di Madame Souza e del nipote Champion, tra Marsiglia e l’immaginaria megalopoli di Belleville. Una pellicola ricca di citazioni e trovate geniali, caratterizzata da un’attenta cura del disegno e da personaggi memorabili.

Eleonora Belloni, docente di Storia contemporanea all’Università degli Studi di Siena, ha analizzato l’evoluzione più che centenaria della mobilità ciclistica nel nostro Paese: una battaglia combattuta per la conquista dello spazio pubblico, che ha accompagnato il lungo cammino di modernizzazione della Nazione, chiamando in causa, di volta in volta, visioni diverse di progresso e di democratizzazione.
Ed è proprio l’Italia del Dopoguerra, tra le tracce del conflitto da poco terminato e i segnali di una rinascita che sta per arrivare, la protagonista di Ladri di biciclette, il capolavoro neorealista realizzato da Vittorio de Sica e Cesare Zavattini. Un classico senza tempo, vincitore dell’Oscar per il miglior film straniero nel 1950.

Con la terza lezione del corso, condotta da Francesca Tacchi, professoressa associata di Storia contemporanea all’Università di Firenze, si è esaminato il complesso rapporto tra le donne e la due ruote: dalla fine dell’Ottocento al ruolo fondamentale delle staffette partigiane nella lotta di Liberazione, dall’affermazione negli anni Sessanta del ciclismo femminile al primo Giro Donne nel 1988.
Tre storie, ognuna delle quali espressione di una fase della vita di una donna in Iran, sono al centro di The Day I Became a Woman di Marzieh Meshkini, tappa imprescindibile del cinema femminista iraniano. Nel secondo episodio, in particolare, la bicicletta – in sella alla quale la protagonista Ahoo è decisa a partecipare a una gara ciclistica – diventa simbolo di una estenuante lotta contro il patriarcato.

Il tema del legame tra bicicletta e storia politica è stato affrontato durante l’intervento di Stefano Pivato, professore emerito di Storia all’Università di Urbino Carlo Bo: un’indagine sull’utilizzo di questo mezzo di trasporto come veicolo di consenso e strumento di costruzione di un’identità nazionale, dalla fine del XIX secolo alla Seconda Guerra Mondiale fino al Dopoguerra, periodo segnato dalla contrapposizione tra Fausto Coppi e Gino Bartali.
Uno sguardo unico sulla società, i costumi e le atmosfere dei vari periodi storici è stato offerto invece da una selezione di film dell’archivio della Cineteca di Bologna, che spaziano dalla nascita del cinema – con il primo film dei fratelli Lumière – fino alla propaganda fascista dei primi anni Quaranta, quando la due ruote diventa non solo mezzo di svago, ma anche simbolo sportivo ed eroico.

La quinta lezione tenuta da Mimmo Franzinelli, saggista e storico, ha messo in luce le grandi competizioni ciclistiche italiane – la Milano-Sanremo, il Giro di Lombardia e, naturalmente, il Giro d’Italia – evidenziando l’importanza della città di Milano come centro economico e organizzativo e tracciando una storia culturale di questo sport, tra cronache, grandi campioni, tifoserie e rivalità.
Come catturare con la cinepresa l’atmosfera adrenalinica di queste competizioni? A questa domanda il regista Jørgen Leth risponde con A Sunday in Hell, documentario sportivo diventato subito un grande classico del genere, che ci racconta la Parigi-Roubaix del 1976, dai momenti precedenti alla partenza fino alle interviste al termine della gara.

I docenti hanno avuto poi l’occasione di scoprire lo stretto rapporto di Pirelli con il mondo del ciclismo visitando la Fondazione Pirelli, con la mostra “L’officina dello sport. Le squadre, la ricerca, la tecnologia, la passione e i valori sociali” e l’Archivio Storico aziendale, tra documenti, bozzetti originali, fotografie e stampati pubblicitari.

Il corso si è concluso con l’incontro In sella alla settima arte: viaggio cinematografico su due ruote a cura di Simone Fratini di Schermi e Lavagne, Dipartimento educativo della Cineteca di Bologna, che ha fornito una panoramica sul ruolo simbolico e narrativo della bicicletta nel cinema, tra film iconici e celebri personaggi del grande schermo: infatti, la due ruote non ha solo influenzato l’estetica e il linguaggio cinematografico, ma è diventato un elemento chiave per lo sviluppo della trama, nonché emblema di libertà, crescita, lotta sociale e avventura.

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