Musica al lavoro, per davvero
Appena pubblicato un libro che mette in relazione, con efficacia, la musica con i momenti della vita
Musica per vivere meglio e più intensamente. Ma anche con maggiore concentrazione, oppure con più leggerezza, con un animo migliore, nutriti di note che fanno vedere più chiara la realtà, sostenuti da melodie che rendono più sensibili e attenti. Musica comunque, anche per lavorare, relazionarsi, produrre meglio e di più, organizzarsi in modo diverso. Per fare cultura – anche dell’impresa – con un approccio differente dal consueto.
È attorno a tutti questi concetti che ruota la mente di chi legge “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro”, ultima fatica letteraria che Filippo Poletti, giornalista ed esperto di musica, ha voluto dedicare alle relazioni, intense, tra numerosi aspetti della vita e la musica: un’impresa compiuta facendo parlare 120 personaggi ognuno valido esponente di un particolare accostamento tra musica e quotidianità.
Intervista dopo intervista, chi legge si immerge nell’ascolto assoluto, ossia in quell’arte necessaria alla corretta dialettica in ambito privato e sociale, essenziale per il buon funzionamento democratico, in azienda, in famiglia, in amore, in amicizia, in politica, nella comunicazione. Quell’arte che, invece, appare essere sempre più dimenticata dalla società contemporanea.
Protagoniste – ordinate in sette macrocategorie di “arti e mestieri”, “diritto ed economia”, “scienze”, “scrittura”, “società”, “spettacolo” e “sport” – sono personalità provenienti da ogni ambito professionale. Si va così da Al Bano a Francesco Alberoni, da Piero Angela a Piero Antinori e poi Giorgio Armani, Enzo Biagi, Norberto Bobbio, Walter Bonatti, Mike Bongiorno, Renato Dulbecco, Dario Fo, Vittorio Gregotti, Umberto Guidoni, Margherita Hack, Enzo Jannacci, Krizia, Rita Levi-Montalcini, Alda Merini, Franco Modigliani, Indro Montanelli, Piergiorgio Odifreddi, Ottavia Piccolo, Nicola Piovani, Carlo Rambaldi, Gianfranco Ravasi, Antonio Tabucchi e moltissimi altri ancora e anche industriali come Giacomo Ponti, Pietro Beretta, Ernesto Illy e altri ancora. Ad accompagnare la lettura è la playlist L’arte dell’ascolto: musica al lavoro, pubblicata su Spotify: 34 ore di ascolto dei brani citati nelle 120 interviste, dalla tragedia greca di Euripide a Monteverdi, Bach, Mozart, Beethoven, Rossini, Chopin, Verdi, Puccini, Rota, Pink Floyd, Vasco, Capossela o Swift.
Obiettivo dichiarato del libro è quello di far arrivare chi legge a diventare ascoltatore attivo e seguace del music-life balance, ossia del bilanciamento tra musica e vita, capace di farci stare bene con noi stessi e con il resto del mondo. Ma “L’arte dell’ascolto” dice pure altro, come, per esempio, quanto la musica possa aiutare in particolari momenti della vita, quando si affrontano determinate scelte (produttive, esistenziali, economiche), quando si devono impostare nuovi progetti oppure insegnare come approcciare determinati problemi. Musica, dunque, come strumento essenziale per vivere bene sotto tutti gli aspetti possibili. Un libro tutto da leggere quello di Filippo Poletti, e ovviamente da ascoltare.
L’arte dell’ascolto: musica al lavoro
Filippo Poletti
GueriniNext, 2024
Appena pubblicato un libro che mette in relazione, con efficacia, la musica con i momenti della vita
Musica per vivere meglio e più intensamente. Ma anche con maggiore concentrazione, oppure con più leggerezza, con un animo migliore, nutriti di note che fanno vedere più chiara la realtà, sostenuti da melodie che rendono più sensibili e attenti. Musica comunque, anche per lavorare, relazionarsi, produrre meglio e di più, organizzarsi in modo diverso. Per fare cultura – anche dell’impresa – con un approccio differente dal consueto.
È attorno a tutti questi concetti che ruota la mente di chi legge “L’arte dell’ascolto: musica al lavoro”, ultima fatica letteraria che Filippo Poletti, giornalista ed esperto di musica, ha voluto dedicare alle relazioni, intense, tra numerosi aspetti della vita e la musica: un’impresa compiuta facendo parlare 120 personaggi ognuno valido esponente di un particolare accostamento tra musica e quotidianità.
Intervista dopo intervista, chi legge si immerge nell’ascolto assoluto, ossia in quell’arte necessaria alla corretta dialettica in ambito privato e sociale, essenziale per il buon funzionamento democratico, in azienda, in famiglia, in amore, in amicizia, in politica, nella comunicazione. Quell’arte che, invece, appare essere sempre più dimenticata dalla società contemporanea.
Protagoniste – ordinate in sette macrocategorie di “arti e mestieri”, “diritto ed economia”, “scienze”, “scrittura”, “società”, “spettacolo” e “sport” – sono personalità provenienti da ogni ambito professionale. Si va così da Al Bano a Francesco Alberoni, da Piero Angela a Piero Antinori e poi Giorgio Armani, Enzo Biagi, Norberto Bobbio, Walter Bonatti, Mike Bongiorno, Renato Dulbecco, Dario Fo, Vittorio Gregotti, Umberto Guidoni, Margherita Hack, Enzo Jannacci, Krizia, Rita Levi-Montalcini, Alda Merini, Franco Modigliani, Indro Montanelli, Piergiorgio Odifreddi, Ottavia Piccolo, Nicola Piovani, Carlo Rambaldi, Gianfranco Ravasi, Antonio Tabucchi e moltissimi altri ancora e anche industriali come Giacomo Ponti, Pietro Beretta, Ernesto Illy e altri ancora. Ad accompagnare la lettura è la playlist L’arte dell’ascolto: musica al lavoro, pubblicata su Spotify: 34 ore di ascolto dei brani citati nelle 120 interviste, dalla tragedia greca di Euripide a Monteverdi, Bach, Mozart, Beethoven, Rossini, Chopin, Verdi, Puccini, Rota, Pink Floyd, Vasco, Capossela o Swift.
Obiettivo dichiarato del libro è quello di far arrivare chi legge a diventare ascoltatore attivo e seguace del music-life balance, ossia del bilanciamento tra musica e vita, capace di farci stare bene con noi stessi e con il resto del mondo. Ma “L’arte dell’ascolto” dice pure altro, come, per esempio, quanto la musica possa aiutare in particolari momenti della vita, quando si affrontano determinate scelte (produttive, esistenziali, economiche), quando si devono impostare nuovi progetti oppure insegnare come approcciare determinati problemi. Musica, dunque, come strumento essenziale per vivere bene sotto tutti gli aspetti possibili. Un libro tutto da leggere quello di Filippo Poletti, e ovviamente da ascoltare.
L’arte dell’ascolto: musica al lavoro
Filippo Poletti
GueriniNext, 2024