La potenza dell’ottimismo avveduto
Appena pubblicato un libro che parla di economia partendo dalla fiducia
Avere fiducia nonostante tutto. Credere, in altri termini, che nessuna notte potrà alla fine trionfare sulla luce. Anche negli affari comuni di ogni giorno, così come nell’economia e nelle relazioni sociali. Questione di ottimismo. Che non significa non vedere i problemi, ma guardare oltre questi in cerca della soluzione migliore. Economia dell’ottimismo, dunque. Che è il titolo di un libro scritto da Luciano Canova (docente di economia comportamentale) e appena pubblicato che ragiona, appunto, sulle relazioni economiche partendo da un punto di vista inconsueto.
“Economia dell’ottimismo. Perché la speranza evita il fallimento delle nazioni” è un bell’esercizio di interpretazione dei principi cardine della scienza economica, ma anche della storia e del comportamento dell’umanità, viste con uno sguardo diverso dal solito. Canova parte da una considerazione: l’economia dell’ottimismo ci mostra quanto una visione carica di fiducia nel domani sia stata cruciale nella storia del pensiero economico, e come possa ancora esserlo per noi e il nostro pianeta.
L’autore inizia con una constatazione: se si guarda al mondo di oggi, pur con tutte le sue diseguaglianze e le sue crisi, non si può certo dire che non siano avvenuti progressi anche solo rispetto a mezzo secolo fa. Alcuni dati sono incontrovertibili come il calo vertiginoso della mortalità infantile, l’aumento costante dell’alfabetizzazione, la diminuzione globale della povertà. Dati oggettivi che vanno di pari passo con un distinguo fondamentale: è necessario combattere sia il pensiero nostalgico che porta a idealizzare il passato, sia quello apocalittico che dipinge un futuro solo a tinte fosche. Che, detto in altri termini, significa acquisire la capacità critica per interpretare bene quanto è stato e usare bene quanto oggi è a disposizione.
Muovendosi tra economia, scienze comportamentali e psicologia – e attingendo alle riflessioni di premi Nobel come Esther Duflo o Amartya Sen, oltre che agli studi di Paul Romer e Erik Angner – questo libro in sette capitoli conduce chi legge ad apprezzare l’economia che insegna ad essere ottimisti. Di questa, e della sua storia, vengono prima affrontati i grandi tratti e poi esaminati alcuni temi: la felicità, i rischi, le relazioni sociali, la salute, la cooperazione, la lotta alla povertà, la speranza. Di ogni concetto vengono delineati i tratti e posti gli esempi. Non si tratta – occorre sottolinearlo – di un inno a non guardare i problemi che pur ci sono, ma di un “manuale” che insegna ad accettare consapevolmente il rischio, a innovare, ad accogliere l’incertezza e a fronteggiare gli imprevisti. E tutto rimanendo in guardia contro i pericoli dati dall’eccesso di fiducia in se stessi e dal chiudere gli occhi per ignorare i problemi fino a quando non ci travolgono. E’, in altre parole, un’economia dell’ottimismo avveduto quella che viene raccontata da Canova.
Il libro di Luciano Canova fornisce una prospettiva inedita, che non sminuisce i grandi problemi di oggi – il cambiamento climatico su tutti –, ma che afferma a gran voce che solo riconoscendoli e proiettandoci oltre di essi con positività potremo trovare soluzioni creative e realmente efficaci.
Bella nelle conclusioni la citazione di una poesia di Dylan Thomas – Do Not Go Gentle into That Good Night – che ricorda nel senso le battute finali della “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht sulla “notte” da mantenere sempre “chiara”.
Economia dell’ottimismo. Perché la speranza evita il fallimento delle nazioni
Luciano Canova
Saggiatore, 2025
Appena pubblicato un libro che parla di economia partendo dalla fiducia
Avere fiducia nonostante tutto. Credere, in altri termini, che nessuna notte potrà alla fine trionfare sulla luce. Anche negli affari comuni di ogni giorno, così come nell’economia e nelle relazioni sociali. Questione di ottimismo. Che non significa non vedere i problemi, ma guardare oltre questi in cerca della soluzione migliore. Economia dell’ottimismo, dunque. Che è il titolo di un libro scritto da Luciano Canova (docente di economia comportamentale) e appena pubblicato che ragiona, appunto, sulle relazioni economiche partendo da un punto di vista inconsueto.
“Economia dell’ottimismo. Perché la speranza evita il fallimento delle nazioni” è un bell’esercizio di interpretazione dei principi cardine della scienza economica, ma anche della storia e del comportamento dell’umanità, viste con uno sguardo diverso dal solito. Canova parte da una considerazione: l’economia dell’ottimismo ci mostra quanto una visione carica di fiducia nel domani sia stata cruciale nella storia del pensiero economico, e come possa ancora esserlo per noi e il nostro pianeta.
L’autore inizia con una constatazione: se si guarda al mondo di oggi, pur con tutte le sue diseguaglianze e le sue crisi, non si può certo dire che non siano avvenuti progressi anche solo rispetto a mezzo secolo fa. Alcuni dati sono incontrovertibili come il calo vertiginoso della mortalità infantile, l’aumento costante dell’alfabetizzazione, la diminuzione globale della povertà. Dati oggettivi che vanno di pari passo con un distinguo fondamentale: è necessario combattere sia il pensiero nostalgico che porta a idealizzare il passato, sia quello apocalittico che dipinge un futuro solo a tinte fosche. Che, detto in altri termini, significa acquisire la capacità critica per interpretare bene quanto è stato e usare bene quanto oggi è a disposizione.
Muovendosi tra economia, scienze comportamentali e psicologia – e attingendo alle riflessioni di premi Nobel come Esther Duflo o Amartya Sen, oltre che agli studi di Paul Romer e Erik Angner – questo libro in sette capitoli conduce chi legge ad apprezzare l’economia che insegna ad essere ottimisti. Di questa, e della sua storia, vengono prima affrontati i grandi tratti e poi esaminati alcuni temi: la felicità, i rischi, le relazioni sociali, la salute, la cooperazione, la lotta alla povertà, la speranza. Di ogni concetto vengono delineati i tratti e posti gli esempi. Non si tratta – occorre sottolinearlo – di un inno a non guardare i problemi che pur ci sono, ma di un “manuale” che insegna ad accettare consapevolmente il rischio, a innovare, ad accogliere l’incertezza e a fronteggiare gli imprevisti. E tutto rimanendo in guardia contro i pericoli dati dall’eccesso di fiducia in se stessi e dal chiudere gli occhi per ignorare i problemi fino a quando non ci travolgono. E’, in altre parole, un’economia dell’ottimismo avveduto quella che viene raccontata da Canova.
Il libro di Luciano Canova fornisce una prospettiva inedita, che non sminuisce i grandi problemi di oggi – il cambiamento climatico su tutti –, ma che afferma a gran voce che solo riconoscendoli e proiettandoci oltre di essi con positività potremo trovare soluzioni creative e realmente efficaci.
Bella nelle conclusioni la citazione di una poesia di Dylan Thomas – Do Not Go Gentle into That Good Night – che ricorda nel senso le battute finali della “Vita di Galileo” di Bertolt Brecht sulla “notte” da mantenere sempre “chiara”.
Economia dell’ottimismo. Perché la speranza evita il fallimento delle nazioni
Luciano Canova
Saggiatore, 2025