Le buone imprese comprendono il mondo
La buona cultura d’impresa passa anche per la solida consapevolezza del mondo in cui l’impresa agisce. E non potrebbe che essere così, nel momento in cui ogni azienda diventata impresa costituisce un’entità che continuamente comunica con l’esterno scambiando prodotti, informazioni, ma anche sensazioni, umori, tensioni.
Da qui nasce l’utilità – e la necessità -, per imprenditori e manager di leggere alcuni libri utili a capire ciò che si muove al di fuori della mura della fabbrica. E’ il caso di “L’era dello sviluppo sostenibile” di Jeffrey D. Sachs appena pubblicato in traduzione italiana. Sachs è un economista, ma soprattutto è il direttore dell’Earth Institute della Columbia University e ancora di più è uno scrittore che si fa leggere anche quando scrive di cose oggettivamente complesse; per questo le circa 540 pagine dell’ultima sua fatica possono essere scorse con facilità, anche se non si tratta di un libro di avventure. Anche se poi l’argomento altro non è che l’avventura del mondo.
Al centro dell’argomentazione di Sachs è l’analisi dello sviluppo sostenibile inteso come “paradigma per comprendere il mondo”, ma anche come “metodo per risolvere i problemi globali”. Detto in altri termini, Sachs ragiona attorno allo sviluppo sostenibile che viene visto come una scienza che aiuta a capire i sistemi complessi che animano il mondo dell’oggi, ma anche come un insieme di regole che dettano comportamenti utili a costruire un equilibrio che possa portare sviluppo e benessere e non distruzione.
Ma cosa si deve proporre un vero sviluppo sostenibile? Per l’autore quattro obiettivi (che a ben vedere sono gli stessi di una buona impresa): prosperità economica, inclusione e coesione sociale, sostenibilità ambientale, buona governance.
Da questi traguardi prende corpo tutto il volume che riesce a spiegare, sistemare, organizzare risultati di molte discipline come l’economia, la demografia, la sociologia, la climatologia. Mettendo in fila dati e considerazioni (anche di chi non è d’accordo), Sachs arriva ad una conclusione che non è catastrofica ma è impegnativa: investire in giustizia economica e sociale significa investire anche in efficienza e il tempo a nostra disposizione non è ancora scaduto.
“L’era dello sviluppo sostenibile” non deve essere preso come la “bibbia” per il prossimo secolo, ma come una necessaria lettura per chi vuole capire meglio e di più cosa sta accadendo e cosa può accadere. Un buon libro per buoni manager.
L’era dello sviluppo sostenibile
Jeffrey D. Sachs
Università Bocconi Editore, 2015
La buona cultura d’impresa passa anche per la solida consapevolezza del mondo in cui l’impresa agisce. E non potrebbe che essere così, nel momento in cui ogni azienda diventata impresa costituisce un’entità che continuamente comunica con l’esterno scambiando prodotti, informazioni, ma anche sensazioni, umori, tensioni.
Da qui nasce l’utilità – e la necessità -, per imprenditori e manager di leggere alcuni libri utili a capire ciò che si muove al di fuori della mura della fabbrica. E’ il caso di “L’era dello sviluppo sostenibile” di Jeffrey D. Sachs appena pubblicato in traduzione italiana. Sachs è un economista, ma soprattutto è il direttore dell’Earth Institute della Columbia University e ancora di più è uno scrittore che si fa leggere anche quando scrive di cose oggettivamente complesse; per questo le circa 540 pagine dell’ultima sua fatica possono essere scorse con facilità, anche se non si tratta di un libro di avventure. Anche se poi l’argomento altro non è che l’avventura del mondo.
Al centro dell’argomentazione di Sachs è l’analisi dello sviluppo sostenibile inteso come “paradigma per comprendere il mondo”, ma anche come “metodo per risolvere i problemi globali”. Detto in altri termini, Sachs ragiona attorno allo sviluppo sostenibile che viene visto come una scienza che aiuta a capire i sistemi complessi che animano il mondo dell’oggi, ma anche come un insieme di regole che dettano comportamenti utili a costruire un equilibrio che possa portare sviluppo e benessere e non distruzione.
Ma cosa si deve proporre un vero sviluppo sostenibile? Per l’autore quattro obiettivi (che a ben vedere sono gli stessi di una buona impresa): prosperità economica, inclusione e coesione sociale, sostenibilità ambientale, buona governance.
Da questi traguardi prende corpo tutto il volume che riesce a spiegare, sistemare, organizzare risultati di molte discipline come l’economia, la demografia, la sociologia, la climatologia. Mettendo in fila dati e considerazioni (anche di chi non è d’accordo), Sachs arriva ad una conclusione che non è catastrofica ma è impegnativa: investire in giustizia economica e sociale significa investire anche in efficienza e il tempo a nostra disposizione non è ancora scaduto.
“L’era dello sviluppo sostenibile” non deve essere preso come la “bibbia” per il prossimo secolo, ma come una necessaria lettura per chi vuole capire meglio e di più cosa sta accadendo e cosa può accadere. Un buon libro per buoni manager.
L’era dello sviluppo sostenibile
Jeffrey D. Sachs
Università Bocconi Editore, 2015