Lavoro futuro
Raccontati in un libro i possibili scenari che legano l’occupazione e le nuove tecnologie
Il lavoro di fronte al forte cambiamento tecnologico in atto deve, a sua volta, cambiare in modo profondo e veloce. Ma non è detto che debba scomparire, anzi. Occorre, però, dotarsi di strumenti nuovi di analisi, conoscenza e azione. “Il lavoro ha un futuro anzi tre. I nuovi orizzonti dell’economia”, scritto da Mario Mantovani, offre una buona lettura per iniziare a capire di più su un tema complesso come quello dei collegamenti fra innovazione, cambiamento tecnologico e spazi lavorativi.
Mantovani – forte della sua esperienza in situazioni aziendali diverse ma tutte collegate da crisi e crescite accelerate -, è dell’idea che sia proprio il lavoro l’epicentro potenziale delle grandi trasformazioni che stanno avvenendo. Secondo Mantovani i cambiamenti sociali ed economici già in atto potrebbero chiudere un’era, quella in cui il concetto contemporaneo di lavoro si è strutturato e definito e ha assunto un ruolo centrale nel modello economico, che è corretto definire “capital-lavoristico”. Adesso si aprono orizzonti completamente nuovi e diversificati sulla base del loro tempo di evoluzione.
Gli scenari proposti da Mantovani sono quindi tre. Il primo nel futuro immediato (entro cioè i prossimi 5 anni), il secondo nel “futuro dei contemporanei” (che copre i prossimi 50 anni) e il terzo in quella che viene indicata come “Era dell’Accesso”. Ogni passaggio viene quindi caratterizzato da una situazione diversa. Nel primo orizzonte devono essere poste le basi di una trasformazione normativa e organizzativa, centrata sul concetto di “lavoro organizzato”, superando la distinzione tra lavoro dipendente e autonomo. Nel “futuro dei contemporanei”, in cui inizierà l’Era Robotica, il punto cruciale è invece quello dei rapporti tra rivoluzione tecnologica e rischi di crisi del lavoro (con tutte le conseguenze possibili sulla società). Qui l’autore palesa uno scenario indicato come di “Grande Segregazione” tra organizzazioni umane e cibernetiche che potrebbe aprire la strada ad una crisi potenziale, generata principalmente da squilibri territoriali più accentuati, destinata ad aprire il terzo scenario del futuro, rappresentato dalla cosiddetta “Era dell’Accesso”, in cui nuovi modelli economici potrebbero prendere il posto di quelli attuali. Modelli che dovrebbero sforzarsi di guardare all’uomo nella sua interezza e in modo compatibile proprio con le tecnologie 4.0 e oltre.
Le circa duecento pagine di testo non sono sempre facili da leggere, necessitano di attenzione e sensibilità, ma sono certamente una lettura interessante. Il libro di Mario Mantovani ha un grande merito, quello di non dare soluzioni preconfezionate ma di porre temi e problemi in maniera chiara e aperta. E’ d’altra parte proprio questo l’obiettivo: far ragionare e discutere per accrescere in chi legge una consapevolezza informata che è davvero lo strumento principe per capire dove si è e dove si va.
Il lavoro ha un futuro anzi tre. I nuovi orizzonti dell’economia
Mario Mantovani
Guerini Next, 2019
Raccontati in un libro i possibili scenari che legano l’occupazione e le nuove tecnologie
Il lavoro di fronte al forte cambiamento tecnologico in atto deve, a sua volta, cambiare in modo profondo e veloce. Ma non è detto che debba scomparire, anzi. Occorre, però, dotarsi di strumenti nuovi di analisi, conoscenza e azione. “Il lavoro ha un futuro anzi tre. I nuovi orizzonti dell’economia”, scritto da Mario Mantovani, offre una buona lettura per iniziare a capire di più su un tema complesso come quello dei collegamenti fra innovazione, cambiamento tecnologico e spazi lavorativi.
Mantovani – forte della sua esperienza in situazioni aziendali diverse ma tutte collegate da crisi e crescite accelerate -, è dell’idea che sia proprio il lavoro l’epicentro potenziale delle grandi trasformazioni che stanno avvenendo. Secondo Mantovani i cambiamenti sociali ed economici già in atto potrebbero chiudere un’era, quella in cui il concetto contemporaneo di lavoro si è strutturato e definito e ha assunto un ruolo centrale nel modello economico, che è corretto definire “capital-lavoristico”. Adesso si aprono orizzonti completamente nuovi e diversificati sulla base del loro tempo di evoluzione.
Gli scenari proposti da Mantovani sono quindi tre. Il primo nel futuro immediato (entro cioè i prossimi 5 anni), il secondo nel “futuro dei contemporanei” (che copre i prossimi 50 anni) e il terzo in quella che viene indicata come “Era dell’Accesso”. Ogni passaggio viene quindi caratterizzato da una situazione diversa. Nel primo orizzonte devono essere poste le basi di una trasformazione normativa e organizzativa, centrata sul concetto di “lavoro organizzato”, superando la distinzione tra lavoro dipendente e autonomo. Nel “futuro dei contemporanei”, in cui inizierà l’Era Robotica, il punto cruciale è invece quello dei rapporti tra rivoluzione tecnologica e rischi di crisi del lavoro (con tutte le conseguenze possibili sulla società). Qui l’autore palesa uno scenario indicato come di “Grande Segregazione” tra organizzazioni umane e cibernetiche che potrebbe aprire la strada ad una crisi potenziale, generata principalmente da squilibri territoriali più accentuati, destinata ad aprire il terzo scenario del futuro, rappresentato dalla cosiddetta “Era dell’Accesso”, in cui nuovi modelli economici potrebbero prendere il posto di quelli attuali. Modelli che dovrebbero sforzarsi di guardare all’uomo nella sua interezza e in modo compatibile proprio con le tecnologie 4.0 e oltre.
Le circa duecento pagine di testo non sono sempre facili da leggere, necessitano di attenzione e sensibilità, ma sono certamente una lettura interessante. Il libro di Mario Mantovani ha un grande merito, quello di non dare soluzioni preconfezionate ma di porre temi e problemi in maniera chiara e aperta. E’ d’altra parte proprio questo l’obiettivo: far ragionare e discutere per accrescere in chi legge una consapevolezza informata che è davvero lo strumento principe per capire dove si è e dove si va.
Il lavoro ha un futuro anzi tre. I nuovi orizzonti dell’economia
Mario Mantovani
Guerini Next, 2019