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Far crescere la fiducia per far crescere la buona convivenza

Un saggio tra filosofia, diritto ed economia contribuisce a spiegare meglio un concetto importante per tutti

 

La fiducia come base dei buoni rapporti umani. E anche, a ben vedere, dell’economia che si fa strumento di sviluppo e benessere. Concetto solo in apparenza semplice, quello di fiducia merita un’attenzione particolare, soprattutto oggi al tempo della confusione digitale. Per questo è interessante leggere “Alle origini della fiducia: tra filosofia, diritto ed economia” saggio da poco pubblicato di Giordana Truscelli, Paolo D’Erasmo e Riccardo Merli che ragionano su aspetti diversi ma collegati dell’idea di fiducia e che, per questo, arrivano ad affrontare alcune delle molteplici implicazioni di questo concetto sul piano filosofico, giuridico ed economico.

Approccio multidisciplinare, dunque, che agli autori è parso l’unico capace di intercettare, “travalicando i confini ormai desueti delle singole discipline scientifiche, l’importanza e la direzione delle trasformazioni in atto”. Già, perché come molti dei capisaldi del vivere civile, anche quello di fiducia viene spesso sottoposto ad una revisione che rischia di trasformarsi in una distruzione.

Fiducia vista, nella prima parte, dal punto di vista filosofico ma con un forte collegamento con le ultime tecnologie a disposizione e quindi con l’Intelligenza Artificiale e cercando proprio di rispondere a quali possano essere le implicazioni filosofiche di questo principio a seguito della recente introduzione dell’AI Act europeo. Nella seconda parte, invece, vengono approfonditi i collegamenti tra fiducia e controllo e quindi tra questa e le regole dell’ordinamento giuridico. Nella parte finale, gli autori hanno poi cercato di delineare gli spunti che la scienza giuridica e quella economica possono fornire circa la necessità di costruire relazioni nuove tra questo principio ed il sistema economico-sociale.

Non è di facile lettura la ricerca di Truscelli, D’Erasmo e Merli ma pone certamente contenuti importanti anche per la creazione di una corretta cultura del produrre e dell’impresa. Particolarmente bello e importante è uno dei passaggi finali della ricerca: “Assumendo, pertanto, che la fiducia non è generata, né propagata spontaneamente, né tanto meno può essere imposta dall’alto, questa deve essere coltivata con oculate politiche economiche in sinergia con un impianto normativo adeguato, funzionale alla stabilizzazione delle aspettative e, conseguentemente, al raggiungimento di obiettivi soddisfacenti, sotto il profilo dell’efficienza di sistema e di crescita della cultura giuridica”. Coltivare la fiducia, dunque, con regole condivise e riconosciute.

 

 Alle origini della fiducia: tra filosofia, diritto ed economia

Giordana Truscelli, Paolo D’Erasmo, Riccardo Merli (Università degli Studi di Teramo)

Rivista trimestrale di scienze dell’amministrazione, 4/2024

 

Un saggio tra filosofia, diritto ed economia contribuisce a spiegare meglio un concetto importante per tutti

 

La fiducia come base dei buoni rapporti umani. E anche, a ben vedere, dell’economia che si fa strumento di sviluppo e benessere. Concetto solo in apparenza semplice, quello di fiducia merita un’attenzione particolare, soprattutto oggi al tempo della confusione digitale. Per questo è interessante leggere “Alle origini della fiducia: tra filosofia, diritto ed economia” saggio da poco pubblicato di Giordana Truscelli, Paolo D’Erasmo e Riccardo Merli che ragionano su aspetti diversi ma collegati dell’idea di fiducia e che, per questo, arrivano ad affrontare alcune delle molteplici implicazioni di questo concetto sul piano filosofico, giuridico ed economico.

Approccio multidisciplinare, dunque, che agli autori è parso l’unico capace di intercettare, “travalicando i confini ormai desueti delle singole discipline scientifiche, l’importanza e la direzione delle trasformazioni in atto”. Già, perché come molti dei capisaldi del vivere civile, anche quello di fiducia viene spesso sottoposto ad una revisione che rischia di trasformarsi in una distruzione.

Fiducia vista, nella prima parte, dal punto di vista filosofico ma con un forte collegamento con le ultime tecnologie a disposizione e quindi con l’Intelligenza Artificiale e cercando proprio di rispondere a quali possano essere le implicazioni filosofiche di questo principio a seguito della recente introduzione dell’AI Act europeo. Nella seconda parte, invece, vengono approfonditi i collegamenti tra fiducia e controllo e quindi tra questa e le regole dell’ordinamento giuridico. Nella parte finale, gli autori hanno poi cercato di delineare gli spunti che la scienza giuridica e quella economica possono fornire circa la necessità di costruire relazioni nuove tra questo principio ed il sistema economico-sociale.

Non è di facile lettura la ricerca di Truscelli, D’Erasmo e Merli ma pone certamente contenuti importanti anche per la creazione di una corretta cultura del produrre e dell’impresa. Particolarmente bello e importante è uno dei passaggi finali della ricerca: “Assumendo, pertanto, che la fiducia non è generata, né propagata spontaneamente, né tanto meno può essere imposta dall’alto, questa deve essere coltivata con oculate politiche economiche in sinergia con un impianto normativo adeguato, funzionale alla stabilizzazione delle aspettative e, conseguentemente, al raggiungimento di obiettivi soddisfacenti, sotto il profilo dell’efficienza di sistema e di crescita della cultura giuridica”. Coltivare la fiducia, dunque, con regole condivise e riconosciute.

 

 Alle origini della fiducia: tra filosofia, diritto ed economia

Giordana Truscelli, Paolo D’Erasmo, Riccardo Merli (Università degli Studi di Teramo)

Rivista trimestrale di scienze dell’amministrazione, 4/2024

 

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