Mense e alimentazione
Un capitolo fondamentale del welfare aziendale è quello che riguarda l’alimentazione. Già dai primi del Novecento, di pari passo con lo sviluppo industriale, nasce l’esigenza di avere uno spazio dove i lavoratori possano consumare il pasto portato da casa. Nel 1915 è allestito il primo refettorio nello stabilimento di Bicocca. Qualche anno dopo la Cooperativa Cucine Popolari è incaricata di preparare le vivande per le maestranze e nel 1924 viene realizzata la prima cucina interna allo stabilimento, che fornisce pasti caldi ai lavoratori.
Sorgono vari refettori nei reparti (nel 1937 ne vengono inaugurati tre in grado di accogliere 3.600 ospiti giornalieri) e una mensa per gli operai, cui fa seguito una mensa per gli impiegati. Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale il problema dell’alimentazione è all’ordine del giorno. Gli stabilimenti aprono spacci aziendali che garantiscono beni di prima necessità quali riso, pasta, burro e formaggio e nel 1943 viene istituito un “Ufficio Alimentazione” a cui fanno capo cucine e refettori, le mense, gli spacci aziendali e i magazzini dei viveri. Nel Dopoguerra le mense vengono riorganizzate. Nel 1955 la mensa operai viene ammodernata. Per gli impiegati viene messo in cantiere invece un nuovo edificio, nel quale realizzare una mensa da 800 posti, capace di servire 2.000 pasti per turno e 6.000 totali in un giorno. Il progetto viene affidato all’architetto Giulio Minoletti e all’ingegner Giuseppe Chiodi che realizzano un ambiente nel quale estetica, funzionalità e confort si fondono perfettamente, dando vita – secondo le parole degli stessi progettisti – a “uno dei più moderni esempi di realizzazione sociale intrapresi da un’industria italiana”. Lungo 86 metri e largo 35, l’edificio riceve luce da una grande vetrata posta lungo tutto un lato, da cui si vedono uno specchio d’acqua e un prato. All’interno predomina il colore delle sedie gialle e dei tavoli rossi. Un sistema di nastri trasportatori assicura un rapido avvio delle vivande dalla cucina a un banco di distribuzione, dotato di un sistema per mantenere i cibi sempre caldi. I commensali possono servirsi da soli al banco, secondo una modalità “self-service” che viene introdotta qui per la prima volta in Italia.
Anche oggi il tema dell’alimentazione è al centro delle politiche di Pirelli per il benessere dei dipendenti. Il ristorante aziendale ha recentemente trovato spazio all’interno dell’Edificio Cinturato, inaugurato nel 2020 per ospitare i servizi di formazione e welfare. Ospitato in un ambiente luminoso affacciato sul giardino della Bicocca degli Arcimboldi, offre anche la possibilità di consumare il pasto all’esterno ed è caratterizzato da un’attenzione alla qualità delle materie prime e a uno stile di cucina sana.
Un capitolo fondamentale del welfare aziendale è quello che riguarda l’alimentazione. Già dai primi del Novecento, di pari passo con lo sviluppo industriale, nasce l’esigenza di avere uno spazio dove i lavoratori possano consumare il pasto portato da casa. Nel 1915 è allestito il primo refettorio nello stabilimento di Bicocca. Qualche anno dopo la Cooperativa Cucine Popolari è incaricata di preparare le vivande per le maestranze e nel 1924 viene realizzata la prima cucina interna allo stabilimento, che fornisce pasti caldi ai lavoratori.
Sorgono vari refettori nei reparti (nel 1937 ne vengono inaugurati tre in grado di accogliere 3.600 ospiti giornalieri) e una mensa per gli operai, cui fa seguito una mensa per gli impiegati. Durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale il problema dell’alimentazione è all’ordine del giorno. Gli stabilimenti aprono spacci aziendali che garantiscono beni di prima necessità quali riso, pasta, burro e formaggio e nel 1943 viene istituito un “Ufficio Alimentazione” a cui fanno capo cucine e refettori, le mense, gli spacci aziendali e i magazzini dei viveri. Nel Dopoguerra le mense vengono riorganizzate. Nel 1955 la mensa operai viene ammodernata. Per gli impiegati viene messo in cantiere invece un nuovo edificio, nel quale realizzare una mensa da 800 posti, capace di servire 2.000 pasti per turno e 6.000 totali in un giorno. Il progetto viene affidato all’architetto Giulio Minoletti e all’ingegner Giuseppe Chiodi che realizzano un ambiente nel quale estetica, funzionalità e confort si fondono perfettamente, dando vita – secondo le parole degli stessi progettisti – a “uno dei più moderni esempi di realizzazione sociale intrapresi da un’industria italiana”. Lungo 86 metri e largo 35, l’edificio riceve luce da una grande vetrata posta lungo tutto un lato, da cui si vedono uno specchio d’acqua e un prato. All’interno predomina il colore delle sedie gialle e dei tavoli rossi. Un sistema di nastri trasportatori assicura un rapido avvio delle vivande dalla cucina a un banco di distribuzione, dotato di un sistema per mantenere i cibi sempre caldi. I commensali possono servirsi da soli al banco, secondo una modalità “self-service” che viene introdotta qui per la prima volta in Italia.
Anche oggi il tema dell’alimentazione è al centro delle politiche di Pirelli per il benessere dei dipendenti. Il ristorante aziendale ha recentemente trovato spazio all’interno dell’Edificio Cinturato, inaugurato nel 2020 per ospitare i servizi di formazione e welfare. Ospitato in un ambiente luminoso affacciato sul giardino della Bicocca degli Arcimboldi, offre anche la possibilità di consumare il pasto all’esterno ed è caratterizzato da un’attenzione alla qualità delle materie prime e a uno stile di cucina sana.