Un secolo di record:
la nascita dell’Autodromo di Monza
Monza, 1922. È l’anno del primo Gran Premio dell’Automobile Club, si chiama così il Gran Premio di Monza: nasce un’eccellenza italiana. A dominare quella gara d’esordio sono Felice Nazzaro e Pietro Bordino, al volante di due Fiat gommate Pirelli Superflex Cord, di cui si dichiarano “soddisfattissimi”. Nel 1924 è il momento dell’Alfa Romeo, al debutto nei Grand Prix con la fortissima P2: in pista ci sono Antonio Ascari e Giuseppe Campari, le macchine montano pneumatici Pirelli Cord. Durante il Gran Premio di Francia del 1925, sul circuito di Montlhéry, Antonio Ascari, in testa alla gara, perde la vita in un brutto incidente. Un duro colpo per Alfa e Pirelli che devono comunque prepararsi per una corsa internazionale: a Monza si disputa infatti il primo Campionato Automobilistico del mondo.
A trionfare è il conte fiorentino Gastone Brilli Peri, proprio con Alfa e Pirelli. Nel 1933 il circuito brianzolo è però fatale a Giuseppe Campari, compagno di squadra di Ascari, proprio all’inizio di quella “parabolica” che rappresenta una delle meraviglie del moderno automobilismo. Negli anni Trenta l’autodromo fa da scenario a quello che ormai è diventato un mix insuperabile in pista: le monoposto Alfa Romeo, il patron della squadra corse Enzo Ferrari, il pilota Tazio Nuvolari e, non da ultimo, i pneumatici Pirelli Stella Bianca.
Quella di Monza è anche una storia di record su due ruote: resta negli annali la fotografia in cui Gianni Leoni, sdraiato sul “Guzzino”, nel novembre del 1948 punta verso il cartellone pubblicitario Pirelli, alla conquista di un altro primato. Nel 1950 il circuito di Monza suggella la vittoria di Nino Farina, primo Campione Mondiale di Formula 1 con l’Alfa Romeo, e segnerà i successi e il destino di Alberto Ascari. L’abbandono di Pirelli delle competizioni del 1956 non ha allentato il legame storico tra l’azienda e l’Autodromo di Monza. Il rientro sperimentale in Formula 1 negli anni Ottanta e le grandi stagioni dei campionati Turismo hanno riportato spesso i radiali “con la P Lunga” sull’”asfalto più famoso del mondo”.
Monza, 1922. È l’anno del primo Gran Premio dell’Automobile Club, si chiama così il Gran Premio di Monza: nasce un’eccellenza italiana. A dominare quella gara d’esordio sono Felice Nazzaro e Pietro Bordino, al volante di due Fiat gommate Pirelli Superflex Cord, di cui si dichiarano “soddisfattissimi”. Nel 1924 è il momento dell’Alfa Romeo, al debutto nei Grand Prix con la fortissima P2: in pista ci sono Antonio Ascari e Giuseppe Campari, le macchine montano pneumatici Pirelli Cord. Durante il Gran Premio di Francia del 1925, sul circuito di Montlhéry, Antonio Ascari, in testa alla gara, perde la vita in un brutto incidente. Un duro colpo per Alfa e Pirelli che devono comunque prepararsi per una corsa internazionale: a Monza si disputa infatti il primo Campionato Automobilistico del mondo.
A trionfare è il conte fiorentino Gastone Brilli Peri, proprio con Alfa e Pirelli. Nel 1933 il circuito brianzolo è però fatale a Giuseppe Campari, compagno di squadra di Ascari, proprio all’inizio di quella “parabolica” che rappresenta una delle meraviglie del moderno automobilismo. Negli anni Trenta l’autodromo fa da scenario a quello che ormai è diventato un mix insuperabile in pista: le monoposto Alfa Romeo, il patron della squadra corse Enzo Ferrari, il pilota Tazio Nuvolari e, non da ultimo, i pneumatici Pirelli Stella Bianca.
Quella di Monza è anche una storia di record su due ruote: resta negli annali la fotografia in cui Gianni Leoni, sdraiato sul “Guzzino”, nel novembre del 1948 punta verso il cartellone pubblicitario Pirelli, alla conquista di un altro primato. Nel 1950 il circuito di Monza suggella la vittoria di Nino Farina, primo Campione Mondiale di Formula 1 con l’Alfa Romeo, e segnerà i successi e il destino di Alberto Ascari. L’abbandono di Pirelli delle competizioni del 1956 non ha allentato il legame storico tra l’azienda e l’Autodromo di Monza. Il rientro sperimentale in Formula 1 negli anni Ottanta e le grandi stagioni dei campionati Turismo hanno riportato spesso i radiali “con la P Lunga” sull’”asfalto più famoso del mondo”.