Una nuova collaborazione con l’Accademia di Brera per il restauro del nostro fondo fotografico
Una delle mission più importanti della nostra Fondazione, fin dalla sua costituzione, è quella di lavorare alla tutela e alla conservazione del patrimonio aziendale, anche attraverso la collaborazione con realtà accademiche e istituzioni culturali. Proprio in questo contesto si inserisce la collaborazione con l’Accademia di Brera, istituzione con la quale la Fondazione ha collaborato già in passato, per la salvaguardia del nostro patrimonio storico fotografico, costituito da centinaia di migliaia di scatti (negativi su lastra e su pellicola, stampe, diapositive), realizzati per pubblicizzare i prodotti, illustrare le riviste aziendali e per documentare e comunicare l’attività dell’impresa tra gli anni Dieci e gli anni Novanta del Novecento. Si è infatti da poco conclusa una settimana di intenso lavoro per gli studenti del corso in restauro della fotografia dell’Accademia: durante un cantiere scuola di cinque giorni gli studenti, guidati dalla docente Alice Laudisa, hanno potuto esercitarsi nella pulitura e nel restauro di circa mille negativi provenienti dall’Archivio.
L’attività si è concentrata sul fondo dei “trasparenti”: circa 18.000 negativi e fotocolor su pellicola e lastra di vetro prodotti soprattutto tra gli anni Cinquanta e Settanta e conservati all’interno di buste in pergamino inserite in piccole scatole di cartone. Il fondo presentava specifiche criticità legate alla conservazione e all’intellegibilità delle immagini. Da un lato i materiali di archiviazione originali, non idonei alla conservazione definitiva, dall’altro la difficoltà di lettura delle immagini su supporti fragili e delicati come le lastre, di complessa consultazione. Il lavoro degli studenti si è così articolato nell’attività di pulizia e ricondizionamento dei materiali e nella ricomposizone delle lastre danneggiate tramite montaggio in passepartout. Per ogni trasparente è stata inoltre compilata una scheda descrittiva dell’intervento ed eseguita una fotografia su piano luminoso, così da permetterne l’intelleggibilità e agevolare le attività di catalogazione e digitalizzazione che seguiranno questa prima fase di messa in sicurezza. Gli studenti hanno potuto mettere in pratica le tecniche di restauro apprese durante il corso ed esercitarsi su materiali originali con diverse caratteristiche, grazie alla varietà e ricchezza dell’archivio conservato dalla nostra Fondazione.
Una delle mission più importanti della nostra Fondazione, fin dalla sua costituzione, è quella di lavorare alla tutela e alla conservazione del patrimonio aziendale, anche attraverso la collaborazione con realtà accademiche e istituzioni culturali. Proprio in questo contesto si inserisce la collaborazione con l’Accademia di Brera, istituzione con la quale la Fondazione ha collaborato già in passato, per la salvaguardia del nostro patrimonio storico fotografico, costituito da centinaia di migliaia di scatti (negativi su lastra e su pellicola, stampe, diapositive), realizzati per pubblicizzare i prodotti, illustrare le riviste aziendali e per documentare e comunicare l’attività dell’impresa tra gli anni Dieci e gli anni Novanta del Novecento. Si è infatti da poco conclusa una settimana di intenso lavoro per gli studenti del corso in restauro della fotografia dell’Accademia: durante un cantiere scuola di cinque giorni gli studenti, guidati dalla docente Alice Laudisa, hanno potuto esercitarsi nella pulitura e nel restauro di circa mille negativi provenienti dall’Archivio.
L’attività si è concentrata sul fondo dei “trasparenti”: circa 18.000 negativi e fotocolor su pellicola e lastra di vetro prodotti soprattutto tra gli anni Cinquanta e Settanta e conservati all’interno di buste in pergamino inserite in piccole scatole di cartone. Il fondo presentava specifiche criticità legate alla conservazione e all’intellegibilità delle immagini. Da un lato i materiali di archiviazione originali, non idonei alla conservazione definitiva, dall’altro la difficoltà di lettura delle immagini su supporti fragili e delicati come le lastre, di complessa consultazione. Il lavoro degli studenti si è così articolato nell’attività di pulizia e ricondizionamento dei materiali e nella ricomposizone delle lastre danneggiate tramite montaggio in passepartout. Per ogni trasparente è stata inoltre compilata una scheda descrittiva dell’intervento ed eseguita una fotografia su piano luminoso, così da permetterne l’intelleggibilità e agevolare le attività di catalogazione e digitalizzazione che seguiranno questa prima fase di messa in sicurezza. Gli studenti hanno potuto mettere in pratica le tecniche di restauro apprese durante il corso ed esercitarsi su materiali originali con diverse caratteristiche, grazie alla varietà e ricchezza dell’archivio conservato dalla nostra Fondazione.