Motivare e quindi lavorare meglio
Una tesi discussa presso l’Università degli Studi Roma Tre mette ordine nel vasto mondo dei legami tra tecnica produttiva e persone
Controllare ma motivare. Rigore nella produzione ma partecipazione umana alla stessa. Il pendolo della moderna gestione d’impresa oscilla tra questi due punti. Eterne questioni, quelle che legano insieme in un tutto indissolubile il risultato di bilancio e le spinte personali al lavoro. Questioni che vanno sempre affrontate con attenzione e che, a seconda del punti dai quali si guardano, possono cambiare notevolmente.
Leggere il lavoro di tesi di Giulia Bulzomì, discusso nell’ambito del Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane dell’Università di Roma Tre, è buona cosa se ci si vuole dare uno schema che aiuti a districarsi tra teorie e interpretazioni diverse della realtà.
Bulzomì ragiona partendo dalla constatazione che la persona “all’interno del sistema impresa assume sempre maggiore importanza alla luce dei profondi cambiamenti che stanno interessando tanto l’ambito dei modelli organizzativi di gestione quanto quello umano e della vita sociale”. Trasformazione complessa, quindi, quella affrontata contemporaneamente dalle organizzazioni della produzione e dalla persone che in esse vi lavorano (e passano buona parte della loro vita). Bulzomì quindi spiega: “Tipicamente lo scopo di un’impresa è la realizzazione del profitto; di contro l’individuo è caratterizzato da bisogni propri che non coincidono con quelli dell’impresa. L’allineamento di questi due set di bisogni, che per natura traggono origine da due binari differenti, ha fatto sì che la cultura aziendale abbia rivolto il proprio sguardo a una concezione degli obiettivi di più ampio raggio, spostando la propria attenzione dall’interesse per la mera produttività fine a sé stessa, alla produttività inquadrata nell’ambito di una vision sistemica e di lungo periodo che coinvolga anche il dipendente e il suo benessere, accertata la correlazione tra questo e la produttività stessa”.
Obiettivo della ricerca, è quello di mettere in fila, a partire da una prospettiva storica fino all’attualità, il modo in cui la letteratura e le imprese hanno cercato di combinare i due differenti ordini di esigenze e come le trasformazioni storiche, economiche e sociali abbiano influenzato le riflessioni in materia.
Giulia Bulzomì, quindi, prende in considerazione prima i principi che sorreggono l’organizzazione della produzione per passare poi a quelli sui quali viene basata la motivazione delle persone all’interno delle aziende. In questa sezione del lavoro, in particolare, sono passate in rassegna le teorie motivazionali, le moderne tecniche di motivazione, la funzione dei portatori d’interessi da parte del territorio e del contesto sociale nel quale l’azienda agisce, la responsabilità sociale d’impresa. L’ultima parte del lavoro prende in considerazione, invece, quattro casi di “umanizzazione d’impresa” tra i quali quelli degli Olivetti e di Cucinelli, ma anche quello di Ferdinando IV di Borbone che nel 1789 firmò lo Statuto di San Leucio che regolava la lavorazione su scala industriale della seta. Come dire che la motivazione all’interno delle organizzazioni d’impresa non è cosa solo dell’oggi.
Il lavoro di Giulia Bulzomì ha il gran pregio di mettere ordine in una materia complessa e in continua evoluzione, e di farlo in modo chiaro e comprensibile.
La persona all’interno dell’organizzazione: tra controllo e motivazione
Giulia Bulzomì
Tesi, Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Scienze della formazione, Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane, 2019
Una tesi discussa presso l’Università degli Studi Roma Tre mette ordine nel vasto mondo dei legami tra tecnica produttiva e persone
Controllare ma motivare. Rigore nella produzione ma partecipazione umana alla stessa. Il pendolo della moderna gestione d’impresa oscilla tra questi due punti. Eterne questioni, quelle che legano insieme in un tutto indissolubile il risultato di bilancio e le spinte personali al lavoro. Questioni che vanno sempre affrontate con attenzione e che, a seconda del punti dai quali si guardano, possono cambiare notevolmente.
Leggere il lavoro di tesi di Giulia Bulzomì, discusso nell’ambito del Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane dell’Università di Roma Tre, è buona cosa se ci si vuole dare uno schema che aiuti a districarsi tra teorie e interpretazioni diverse della realtà.
Bulzomì ragiona partendo dalla constatazione che la persona “all’interno del sistema impresa assume sempre maggiore importanza alla luce dei profondi cambiamenti che stanno interessando tanto l’ambito dei modelli organizzativi di gestione quanto quello umano e della vita sociale”. Trasformazione complessa, quindi, quella affrontata contemporaneamente dalle organizzazioni della produzione e dalla persone che in esse vi lavorano (e passano buona parte della loro vita). Bulzomì quindi spiega: “Tipicamente lo scopo di un’impresa è la realizzazione del profitto; di contro l’individuo è caratterizzato da bisogni propri che non coincidono con quelli dell’impresa. L’allineamento di questi due set di bisogni, che per natura traggono origine da due binari differenti, ha fatto sì che la cultura aziendale abbia rivolto il proprio sguardo a una concezione degli obiettivi di più ampio raggio, spostando la propria attenzione dall’interesse per la mera produttività fine a sé stessa, alla produttività inquadrata nell’ambito di una vision sistemica e di lungo periodo che coinvolga anche il dipendente e il suo benessere, accertata la correlazione tra questo e la produttività stessa”.
Obiettivo della ricerca, è quello di mettere in fila, a partire da una prospettiva storica fino all’attualità, il modo in cui la letteratura e le imprese hanno cercato di combinare i due differenti ordini di esigenze e come le trasformazioni storiche, economiche e sociali abbiano influenzato le riflessioni in materia.
Giulia Bulzomì, quindi, prende in considerazione prima i principi che sorreggono l’organizzazione della produzione per passare poi a quelli sui quali viene basata la motivazione delle persone all’interno delle aziende. In questa sezione del lavoro, in particolare, sono passate in rassegna le teorie motivazionali, le moderne tecniche di motivazione, la funzione dei portatori d’interessi da parte del territorio e del contesto sociale nel quale l’azienda agisce, la responsabilità sociale d’impresa. L’ultima parte del lavoro prende in considerazione, invece, quattro casi di “umanizzazione d’impresa” tra i quali quelli degli Olivetti e di Cucinelli, ma anche quello di Ferdinando IV di Borbone che nel 1789 firmò lo Statuto di San Leucio che regolava la lavorazione su scala industriale della seta. Come dire che la motivazione all’interno delle organizzazioni d’impresa non è cosa solo dell’oggi.
Il lavoro di Giulia Bulzomì ha il gran pregio di mettere ordine in una materia complessa e in continua evoluzione, e di farlo in modo chiaro e comprensibile.
La persona all’interno dell’organizzazione: tra controllo e motivazione
Giulia Bulzomì
Tesi, Università degli Studi Roma Tre, Facoltà di Scienze della formazione, Corso di Laurea in Formazione e Sviluppo delle Risorse Umane, 2019