Emotività d’impresa
In un libro un tentativo di sintesi dei cambiamenti in corso nel sistema della produzione industriale
Uomo e macchina. Binomio ormai storico, controverso, combattuto, foriero di scontri, campo di battaglia di confronti ideologici, sintesi di quotidianità per milioni di persone. Tema ancora oggi comunque sempre importante da affrontare. Soprattutto oggi – forse più di ieri -, a causa dell’evoluzione rapida delle macchine e delle organizzazioni della produzione. Leggere “Organizzazioni Emotive (creative e intelligenti). Tra Welfare aziendale, responsabilità, partecipazione e resilienza” di Luciano Pilotti può essere allora un buon modo per cercare una sintesi aggiornata della questione. Che, d’altra parte, tocca un po’ tutti gli ambiti di lavoro e che di questi tempi si va arricchendo di spunti nuovi: dal welfare alla resilienza.
Il filo conduttore del libro di Pilotti (ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano), è costituito dalla constatazione che il fattore strategico del futuro nella società della conoscenza, delle pratiche dei saperi e dei mondi digitali, è la qualità del capitale umano e delle relazioni che le danno forma organizzata, non solo la disponibilità di materie prime o di tecnologie avanzate. Uomo e macchina, appunto, ma in una forma nuova e più complessa. L’orizzonte ultimo è certamente quello di un nuovo umanesimo del lavoro, al quale giungere, tuttavia, attraverso un percorso non certo lineare e non certo privo di ostacoli.
Obiettivo del saggio è quello di fare luce sul percorso che riporta la persona al centro dei processi guardando ai rapporti tra organizzazioni, digitalizzazione ed emozioni. Pilotti vuole così ricongiungere ciò che il fordismo aveva separato: macchine e uomo, intellettuale e manuale, mente corpo e coscienza, intelligenza ed azione, individuo e comunità.
Sullo sfondo, poi, l’individuazione di un benessere d’impresa e del lavoro che sia fatto non solo di profitti e redditi ma anche di qualcosa d’altro. Pilotti scrive così di organizzazioni dinamiche che possano aiutare ad arrivare ad un traguardo di questo genere valorizzando i fattori emozionali e le molteplici intelligenze umane e dei gruppi. Si tratta, tra l’altro, di quella che l’autore indica come una trasformazione ormai necessaria delle organizzazioni per ricostruire un senso di appartenenza aziendale come bene comune che richiede forme “forti” di partecipazione diretta e indiretta alla generazione di valore.
Il libro inizia con il delineare il contesto “micro e macro” economico, passa poi a ragionare sui rapporti tra produttività e benessere per arrivare quindi ad affrontare le relazioni tra organizzazioni “razionaliste” e nuovi modi di lavorare. L’autore quindi arriva a delineare la necessità di un “nuovo patto sociale” per “il rinascimento civile di un capitalismo partecipato, solidale, responsabile e inclusivo”.
Quello di Pilotti è un libro complesso, con cui non vi è obbligo di essere sempre d’accordo ma che deve essere però letto con attenzione ricco com’è di motivi di riflessione su come stanno cambiando il sistema delle imprese e della produzione nelle nostre società.
Organizzazioni Emotive (Creative e intelligenti). Tra Welfare aziendale, responsabilità, partecipazione e resilienza
Luciano Pilotti
Mc Graw Hill-Fondazione Casa della Carità, 2020
In un libro un tentativo di sintesi dei cambiamenti in corso nel sistema della produzione industriale
Uomo e macchina. Binomio ormai storico, controverso, combattuto, foriero di scontri, campo di battaglia di confronti ideologici, sintesi di quotidianità per milioni di persone. Tema ancora oggi comunque sempre importante da affrontare. Soprattutto oggi – forse più di ieri -, a causa dell’evoluzione rapida delle macchine e delle organizzazioni della produzione. Leggere “Organizzazioni Emotive (creative e intelligenti). Tra Welfare aziendale, responsabilità, partecipazione e resilienza” di Luciano Pilotti può essere allora un buon modo per cercare una sintesi aggiornata della questione. Che, d’altra parte, tocca un po’ tutti gli ambiti di lavoro e che di questi tempi si va arricchendo di spunti nuovi: dal welfare alla resilienza.
Il filo conduttore del libro di Pilotti (ordinario presso il Dipartimento di Scienze e Politiche Ambientali dell’Università Statale di Milano), è costituito dalla constatazione che il fattore strategico del futuro nella società della conoscenza, delle pratiche dei saperi e dei mondi digitali, è la qualità del capitale umano e delle relazioni che le danno forma organizzata, non solo la disponibilità di materie prime o di tecnologie avanzate. Uomo e macchina, appunto, ma in una forma nuova e più complessa. L’orizzonte ultimo è certamente quello di un nuovo umanesimo del lavoro, al quale giungere, tuttavia, attraverso un percorso non certo lineare e non certo privo di ostacoli.
Obiettivo del saggio è quello di fare luce sul percorso che riporta la persona al centro dei processi guardando ai rapporti tra organizzazioni, digitalizzazione ed emozioni. Pilotti vuole così ricongiungere ciò che il fordismo aveva separato: macchine e uomo, intellettuale e manuale, mente corpo e coscienza, intelligenza ed azione, individuo e comunità.
Sullo sfondo, poi, l’individuazione di un benessere d’impresa e del lavoro che sia fatto non solo di profitti e redditi ma anche di qualcosa d’altro. Pilotti scrive così di organizzazioni dinamiche che possano aiutare ad arrivare ad un traguardo di questo genere valorizzando i fattori emozionali e le molteplici intelligenze umane e dei gruppi. Si tratta, tra l’altro, di quella che l’autore indica come una trasformazione ormai necessaria delle organizzazioni per ricostruire un senso di appartenenza aziendale come bene comune che richiede forme “forti” di partecipazione diretta e indiretta alla generazione di valore.
Il libro inizia con il delineare il contesto “micro e macro” economico, passa poi a ragionare sui rapporti tra produttività e benessere per arrivare quindi ad affrontare le relazioni tra organizzazioni “razionaliste” e nuovi modi di lavorare. L’autore quindi arriva a delineare la necessità di un “nuovo patto sociale” per “il rinascimento civile di un capitalismo partecipato, solidale, responsabile e inclusivo”.
Quello di Pilotti è un libro complesso, con cui non vi è obbligo di essere sempre d’accordo ma che deve essere però letto con attenzione ricco com’è di motivi di riflessione su come stanno cambiando il sistema delle imprese e della produzione nelle nostre società.
Organizzazioni Emotive (Creative e intelligenti). Tra Welfare aziendale, responsabilità, partecipazione e resilienza
Luciano Pilotti
Mc Graw Hill-Fondazione Casa della Carità, 2020