Alessandro Mendini, interprete del mondo Pirelli
“Io nacqui in via Jan nel 1931. Il nonno Francesco aveva commissionato il progetto della casa a Piero Portaluppi, e dalla cura con cui è stata disegnata si riconosce l’intesa profonda che i due ebbero nell’inventare questa mirabile dimora, una delle più raffinate dell’architetto”.
Così Alessandro Mendini ricorda la casa natale, che il nonno Francesco Di Stefano volle realizzare per ospitare tutta la famiglia e dove cominciò una importante raccolta di quadri che fanno oggi della dimora – la Casa-Museo Boschi Di Stefano – una straordinaria testimonianza della storia dell’arte contemporanea del XX secolo. Qui vissero le figlie Fulvia e Marieda con i rispettivi mariti, Vincenzo Mendini, papà di Alessandro e Antonio Boschi. Continua Mendini sul sito della Casa-Museo Boschi Di Stefano: “A quei tempi lo zio Boschi non era ancora quell’alto dirigente della Pirelli e quell’infaticabile inventore di brevetti “gomma-ferro” che divenne dopo. Era un giovane appena laureato che, con la assoluta complicità della moglie, faceva ogni sacrificio pur di frequentare gallerie come quella del Milione, e di portarsi a casa un piccolo Carrà o una statuina di Arturo Martini”. L’ingegnere Antonio Boschi entrò infatti alla Pirelli nel 1926, impiegato presso la Direzione Tecnologica gomma, all’interno della quale compì la sua carriera raggiungendo importanti posizioni nel settore degli articoli vari.
La parentela tra Mendini e Boschi è il motivo che portò Sandro a realizzare per Pirelli alcune pubblicità pubblicate su “Pirelli. Rivista d’informazione e di tecnica” nel corso del 1958. All’epoca era ancora uno studente (si sarebbe laureato al Politecnico di Milano nel 1959), che lavorava in uno studio di architettura insieme a Mario Brunati e Ferruccio Villa. È lo studio a firmare i bozzetti ma le pubblicità furono ideate e realizzate da Mendini: cinque pubblicità per vari prodotti, che spaziano dagli articoli per la pesca subacquea alla borsa per l’acqua calda fino ai pneumatici Pirelli di maggiore successo all’epoca, Cinturato e Rolle, le cui forme e segni battistrada sono utilizzati con ironia per caratterizzare divertenti personaggi. Negli anni d’oro della collaborazione tra impresa, intellettuali e artisti, accanto alle grandi firme della grafica e del design che concorsero alla realizzazione della pubblicità e dell’immagine aziendale sotto la direzione di Arrigo Castellani, anche il giovane e ancora sconosciuto Sandro Mendini, cresciuto tra i quadri di Sironi, Funi e Casorati, diede così il suo contributo. La Fondazione Pirelli incontrò Mendini in occasione della lavorazione del volume “Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto” (Corraini Edizioni, 2015), coronamento di un progetto di recupero e valorizzazione del fondo dei bozzetti e disegni originali, attuato tra 2011 e 2015. Alle operazioni di restauro, catalogazione e digitalizzazione dei materiali seguì un accurato lavoro di ricerca sulle opere, i loro autori, le circostanze della realizzazione e la committenza. Un lavoro riconosciuto dallo stesso Mendini nel corso della presentazione del libro alla Triennale nel giugno 2015, che lo vide illustre ospite. Mendini definì il volume “un libro incredibile, una documentazione culturalmente molto impegnativa, di grande qualità documentaria e critica metodologica” , testimonianza della “forza d’urto nella qualità sociale di un’impresa”. Un lavoro grazie al quale si è fatta luce sulla collaborazione tra Pirelli e uno dei più grandi architetti e designer italiani del Novecento.
“Io nacqui in via Jan nel 1931. Il nonno Francesco aveva commissionato il progetto della casa a Piero Portaluppi, e dalla cura con cui è stata disegnata si riconosce l’intesa profonda che i due ebbero nell’inventare questa mirabile dimora, una delle più raffinate dell’architetto”.
Così Alessandro Mendini ricorda la casa natale, che il nonno Francesco Di Stefano volle realizzare per ospitare tutta la famiglia e dove cominciò una importante raccolta di quadri che fanno oggi della dimora – la Casa-Museo Boschi Di Stefano – una straordinaria testimonianza della storia dell’arte contemporanea del XX secolo. Qui vissero le figlie Fulvia e Marieda con i rispettivi mariti, Vincenzo Mendini, papà di Alessandro e Antonio Boschi. Continua Mendini sul sito della Casa-Museo Boschi Di Stefano: “A quei tempi lo zio Boschi non era ancora quell’alto dirigente della Pirelli e quell’infaticabile inventore di brevetti “gomma-ferro” che divenne dopo. Era un giovane appena laureato che, con la assoluta complicità della moglie, faceva ogni sacrificio pur di frequentare gallerie come quella del Milione, e di portarsi a casa un piccolo Carrà o una statuina di Arturo Martini”. L’ingegnere Antonio Boschi entrò infatti alla Pirelli nel 1926, impiegato presso la Direzione Tecnologica gomma, all’interno della quale compì la sua carriera raggiungendo importanti posizioni nel settore degli articoli vari.
La parentela tra Mendini e Boschi è il motivo che portò Sandro a realizzare per Pirelli alcune pubblicità pubblicate su “Pirelli. Rivista d’informazione e di tecnica” nel corso del 1958. All’epoca era ancora uno studente (si sarebbe laureato al Politecnico di Milano nel 1959), che lavorava in uno studio di architettura insieme a Mario Brunati e Ferruccio Villa. È lo studio a firmare i bozzetti ma le pubblicità furono ideate e realizzate da Mendini: cinque pubblicità per vari prodotti, che spaziano dagli articoli per la pesca subacquea alla borsa per l’acqua calda fino ai pneumatici Pirelli di maggiore successo all’epoca, Cinturato e Rolle, le cui forme e segni battistrada sono utilizzati con ironia per caratterizzare divertenti personaggi. Negli anni d’oro della collaborazione tra impresa, intellettuali e artisti, accanto alle grandi firme della grafica e del design che concorsero alla realizzazione della pubblicità e dell’immagine aziendale sotto la direzione di Arrigo Castellani, anche il giovane e ancora sconosciuto Sandro Mendini, cresciuto tra i quadri di Sironi, Funi e Casorati, diede così il suo contributo. La Fondazione Pirelli incontrò Mendini in occasione della lavorazione del volume “Una musa tra le ruote. Pirelli: un secolo di arte al servizio del prodotto” (Corraini Edizioni, 2015), coronamento di un progetto di recupero e valorizzazione del fondo dei bozzetti e disegni originali, attuato tra 2011 e 2015. Alle operazioni di restauro, catalogazione e digitalizzazione dei materiali seguì un accurato lavoro di ricerca sulle opere, i loro autori, le circostanze della realizzazione e la committenza. Un lavoro riconosciuto dallo stesso Mendini nel corso della presentazione del libro alla Triennale nel giugno 2015, che lo vide illustre ospite. Mendini definì il volume “un libro incredibile, una documentazione culturalmente molto impegnativa, di grande qualità documentaria e critica metodologica” , testimonianza della “forza d’urto nella qualità sociale di un’impresa”. Un lavoro grazie al quale si è fatta luce sulla collaborazione tra Pirelli e uno dei più grandi architetti e designer italiani del Novecento.