Buon compleanno Pirelli
28 gennaio: quasi un secolo e mezzo è passato da quel giorno d’inverno del 1872, quando il ventitreenne ingegner Giovanni Battista Pirelli si presentò davanti a Stefano Allocchio – notaio in Milano – per firmare “la costituzione di Società in accomandita semplice per la fabbricazione e vendita di articoli di gomma elastica”. Iniziava così una lunga storia di uomini e di macchine.
Una storia di mescolatori, di vulcanizzatori, di caldaie e di calandre: strumenti che il giovane Pirelli aveva scoperto un paio d’anni prima, durante il suo “viaggio di istruzione” – frutto di una borsa di studio – presso le prime fabbriche di caucciù in Francia e Germania. Era gennaio: l‘ingegner Pirelli sarebbe partito presto per andarli a comperare di persona, quei macchinari da installare nello stabilimento in costruzione in via Ponte Seveso. I migliori mescolatori li produceva la Jos. Robinson & Co di Manchester, in Inghilterra, mentre per la caldaia si sarebbe optato per la milanese Edoardo Süffert & C. Programmi e progetti che il giovane imprenditore aveva raccontato al giornalista della rivista l’Industriale: “dal canto nostro sempre ben lieti di registrare tutto quanto è prova del crescente nostro sviluppo economico, così pubblichiamo di buon grado alcune notizie su questo recente stabilimento, che, festosi, salutiamo…”. E se poi gli affari fossero andati particolarmente bene, col tempo si sarebbe potuto anche affrontare l’investimento in una delle gigantesche macchine che produceva la Farrel Foundry and Machine lassù nel Connecticut, Stati Uniti. Tutto questo – nel gennaio del 1872 – passava forse per la testa di “uno studente romantico”, come lo definirà Pier Emilio Gennarini nella storia dell’azienda scritta per la Rivista Pirelli molti anni dopo, nel 1949. Uno studente romantico che credeva nel progetto di un’industria nuova.
Quasi un anno dopo, l’1 gennaio 1873, Ghezzi Francesco fu Giovanni diventò la matricola n° 1, operaio e lavorante in gomma, presso lo stabilimento di Milano. Avrebbe imparato presto a far funzionare il mescolatore Robinson, a controllare la caldaia Süffert. E ad insegnarlo ad altri dopo di lui. Da allora sono passati centoquarantasei anni di uomini e macchine: oggi l’industria è 4.0. Un capitale di esperienza e umanità, a partire da quella firma del 28 gennaio 1872 sull’atto costitutivo che ancora ci fa da testimone di tutta una storia.
28 gennaio: quasi un secolo e mezzo è passato da quel giorno d’inverno del 1872, quando il ventitreenne ingegner Giovanni Battista Pirelli si presentò davanti a Stefano Allocchio – notaio in Milano – per firmare “la costituzione di Società in accomandita semplice per la fabbricazione e vendita di articoli di gomma elastica”. Iniziava così una lunga storia di uomini e di macchine.
Una storia di mescolatori, di vulcanizzatori, di caldaie e di calandre: strumenti che il giovane Pirelli aveva scoperto un paio d’anni prima, durante il suo “viaggio di istruzione” – frutto di una borsa di studio – presso le prime fabbriche di caucciù in Francia e Germania. Era gennaio: l‘ingegner Pirelli sarebbe partito presto per andarli a comperare di persona, quei macchinari da installare nello stabilimento in costruzione in via Ponte Seveso. I migliori mescolatori li produceva la Jos. Robinson & Co di Manchester, in Inghilterra, mentre per la caldaia si sarebbe optato per la milanese Edoardo Süffert & C. Programmi e progetti che il giovane imprenditore aveva raccontato al giornalista della rivista l’Industriale: “dal canto nostro sempre ben lieti di registrare tutto quanto è prova del crescente nostro sviluppo economico, così pubblichiamo di buon grado alcune notizie su questo recente stabilimento, che, festosi, salutiamo…”. E se poi gli affari fossero andati particolarmente bene, col tempo si sarebbe potuto anche affrontare l’investimento in una delle gigantesche macchine che produceva la Farrel Foundry and Machine lassù nel Connecticut, Stati Uniti. Tutto questo – nel gennaio del 1872 – passava forse per la testa di “uno studente romantico”, come lo definirà Pier Emilio Gennarini nella storia dell’azienda scritta per la Rivista Pirelli molti anni dopo, nel 1949. Uno studente romantico che credeva nel progetto di un’industria nuova.
Quasi un anno dopo, l’1 gennaio 1873, Ghezzi Francesco fu Giovanni diventò la matricola n° 1, operaio e lavorante in gomma, presso lo stabilimento di Milano. Avrebbe imparato presto a far funzionare il mescolatore Robinson, a controllare la caldaia Süffert. E ad insegnarlo ad altri dopo di lui. Da allora sono passati centoquarantasei anni di uomini e macchine: oggi l’industria è 4.0. Un capitale di esperienza e umanità, a partire da quella firma del 28 gennaio 1872 sull’atto costitutivo che ancora ci fa da testimone di tutta una storia.