Quattordici storie nel futuro presente
Un libro raccoglie i racconti di donne e uomini nelle imprese italiane in evoluzione
Donne e uomini. E poi macchine, fabbriche e uffici. Più che altro però sogni che diventano realtà. Multiformi, mai perfette, sempre in evoluzione, comunque in cammino. A ben vedere le imprese sono il risultato di questi elementi. Fatte da tecnica ma soprattutto da persone (imprenditori, manager, tecnici, operai e impiegati), le organizzazioni della produzione devono essere esplorate. Partendo anche da chi le popola.
È quello che ha fatto Edoardo Segantini – giornalista di lungo corso, da tempo al Corriere della Sera ma dal passato anche in altri giornali –, con il suo “La nuova chiave a stella”. Omaggio assoluto a Primo Levi, la cui natura si capisce subito dal sottotitolo: “Storie di persone nella fabbrica del futuro”. Perché il libro in effetti racconta le vicende di persone (donne e uomini) che si muovono in fabbriche e uffici di oggi guardando a ciò che potrebbe accadere domani.
Il libro (circa 200 pagine), si dipana così in quattordici racconti di protagonisti di una trasformazione storica: la Quarta Rivoluzione Industriale. Un fatto visto attraverso molteplici aspetti: non solo l’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale, la fabbrica connessa, ma un mutamento culturale, sociale e umano molto più profondo e dirompente. Tutti i protagonisti hanno in comune coraggio, curiosità per i cambiamenti. Sanno collaborare con gli altri e reagire alle sconfitte. Si aggiornano. Hanno simpatia per il mondo.
La filosofia del libro emerge dalle parole dello stesso Segantini: “Per scrivere questo libro, ho parlato con molte persone e visitato decine di fabbriche. L’obiettivo non era soltanto vedere delle cose, anche mirabili: ma capire che cosa pensano, come ragionano, che cosa vogliono le persone che lavorano nella fabbrica del futuro. Ho approfondito quattordici storie che mi sono sembrate le più interessanti. Non ho scelto i testimoni in base alla posizione gerarchica né sono andato in cerca di celebrità: ho preferito puntare sulle vite di personaggi non illustri (anche se illustri per me)”. Scorrono quindi le storie di chi lavora in aziende importanti e note (da FCA ad Amazon, passando per Dallara, Alfa Romeo, CNH Industrial, Poliform, StMicroelectronics) oltre che in organizzazioni sindacali. Obiettivo: raccontare le nuove opportunità e le nuove scosse, provocate da un terremoto in cui l’uomo deve restare al centro della scena.
Racconti, quindi, ma non solo. Segantini infatti non perde di vista la difficile realtà dell’oggi con i problemi legati alla disoccupazione (anche tecnologica), i tempi della transizione e la necessità di mettere mano ad una diversa impostazione del mercato del lavoro. Per l’autore proprio i racconti contenuti nel libro possono indicare un possibile futuro e quindi una possibile strada da percorrere.
Da leggere con un’attenzione in più, poi, è l’intervista che lo stesso Segantini fece nel 1984 a Levi.
La nuova chiave a stella. Storie di persone nella fabbrica del futuro
Edoardo Segantini
Guerini, 2017
Un libro raccoglie i racconti di donne e uomini nelle imprese italiane in evoluzione
Donne e uomini. E poi macchine, fabbriche e uffici. Più che altro però sogni che diventano realtà. Multiformi, mai perfette, sempre in evoluzione, comunque in cammino. A ben vedere le imprese sono il risultato di questi elementi. Fatte da tecnica ma soprattutto da persone (imprenditori, manager, tecnici, operai e impiegati), le organizzazioni della produzione devono essere esplorate. Partendo anche da chi le popola.
È quello che ha fatto Edoardo Segantini – giornalista di lungo corso, da tempo al Corriere della Sera ma dal passato anche in altri giornali –, con il suo “La nuova chiave a stella”. Omaggio assoluto a Primo Levi, la cui natura si capisce subito dal sottotitolo: “Storie di persone nella fabbrica del futuro”. Perché il libro in effetti racconta le vicende di persone (donne e uomini) che si muovono in fabbriche e uffici di oggi guardando a ciò che potrebbe accadere domani.
Il libro (circa 200 pagine), si dipana così in quattordici racconti di protagonisti di una trasformazione storica: la Quarta Rivoluzione Industriale. Un fatto visto attraverso molteplici aspetti: non solo l’innovazione tecnologica, l’intelligenza artificiale, la fabbrica connessa, ma un mutamento culturale, sociale e umano molto più profondo e dirompente. Tutti i protagonisti hanno in comune coraggio, curiosità per i cambiamenti. Sanno collaborare con gli altri e reagire alle sconfitte. Si aggiornano. Hanno simpatia per il mondo.
La filosofia del libro emerge dalle parole dello stesso Segantini: “Per scrivere questo libro, ho parlato con molte persone e visitato decine di fabbriche. L’obiettivo non era soltanto vedere delle cose, anche mirabili: ma capire che cosa pensano, come ragionano, che cosa vogliono le persone che lavorano nella fabbrica del futuro. Ho approfondito quattordici storie che mi sono sembrate le più interessanti. Non ho scelto i testimoni in base alla posizione gerarchica né sono andato in cerca di celebrità: ho preferito puntare sulle vite di personaggi non illustri (anche se illustri per me)”. Scorrono quindi le storie di chi lavora in aziende importanti e note (da FCA ad Amazon, passando per Dallara, Alfa Romeo, CNH Industrial, Poliform, StMicroelectronics) oltre che in organizzazioni sindacali. Obiettivo: raccontare le nuove opportunità e le nuove scosse, provocate da un terremoto in cui l’uomo deve restare al centro della scena.
Racconti, quindi, ma non solo. Segantini infatti non perde di vista la difficile realtà dell’oggi con i problemi legati alla disoccupazione (anche tecnologica), i tempi della transizione e la necessità di mettere mano ad una diversa impostazione del mercato del lavoro. Per l’autore proprio i racconti contenuti nel libro possono indicare un possibile futuro e quindi una possibile strada da percorrere.
Da leggere con un’attenzione in più, poi, è l’intervista che lo stesso Segantini fece nel 1984 a Levi.
La nuova chiave a stella. Storie di persone nella fabbrica del futuro
Edoardo Segantini
Guerini, 2017