Il pendolo economico e il mito di Sisifo
Appena pubblicato in Italia un libro che racconta gli ultimi duecento anni di storia come alternanza fra mercato e stato. E fornisce una terza soluzione
Essere consapevoli di dove si è. Prendere le misure del mondo che ci circonda. Sono condizioni che valgono anche per gli imprenditori e i loro manager. Condizioni essenziali per collocare in modo corretto la propria attività. Imprese non avulse dal mondo, quindi, ma immerse nei movimenti economici e sociali del tempo. Leggere buoni libri che aiutino a camminare in questa direzione, è quindi essenziale. E un buon libro appena pubblicato in italiano è quello scritto da Paul De Grauwe, professore alla London School of Economics oltre che, fra il 1991 e il 2003 parlamentare in Belgio.
“I limiti del mercato. Da che parte oscilla il pendolo dell’economia?” riesce in relativamente poche pagine a fornire il senso dell’andamento generale dell’economia lungo gli ultimi duecento anni. Una storia di alti e bassi, che ha oscillato fra mercato e Stato e che deve essere compresa a fondo per capire dove si sta andando.
Scritto in un linguaggio piano, il libro di De Grauwe ragiona partendo dalla constatazione che se quel che conta è la prosperità delle persone, il mercato e lo stato, eterni poli fra cui oscilla l’economia, non sono altro che strumenti per raggiungere quell’obiettivo e a nulla valgono le prese di posizione ideologiche. Ma non basta, perché secondo l’autore oggi la contrapposizione stato-mercato appare essere superata: sarà cioè sempre necessario prevedere un insieme dei due. Ma in questa dialettica che difficilmente trova un equilibrio, spesso eventi dirompenti vengono a favorire pericolose estremizzazioni.
Quindi occorre porsi delle domande. Quali sono per esempio i limiti del mercato? Dobbiamo poi prepararci al rovesciamento del sistema capitalistico e alla supremazia dello stato? Ciò porterà prosperità? Il mercato deve preoccuparsi di creare welfare o è responsabilità dello stato assicurarlo ai cittadini?
Per rispondere a questi interrogativi il libro prende le mosse proprio dall’immagine del pendolo e delle sue oscillazioni economiche per poi passare ad approfondire prima i limiti del capitalismo (del mercato quindi) e poi quelli dello stato. De Grauwe alla fine non fornisce previsioni univoche: lascia libero il lettore di scegliere fra due alternative. La prima conferma le “oscillazioni del pendolo” e quindi il continuo alternarsi fra momenti in cui prevale il mercato e altri in cui prevale lo stato. La seconda è una sorta di salto di livello che prevede una riforma dei rapporti e delle relazioni fondata sulla collaborazione piuttosto che sulla competitività. Una prospettive che De Grauwe vede però difficilmente realizzabile adesso.
Ma per De Grauwe conta comunque provarci. Bella è l’immagine posta alla fine delle poco meno di duecento pagine del libro: il mito di Sisifo costretto a spingere ogni giorno un masso in cima alla montagna, dopo che ogni sera il masso rotolava nuovamente a valle. Mito però ricordato da Alfred Camus con una interpretazione particolare, che De Grauwe riprende convinto scrivendo: “Camus vedeva la punizione inferta a Sisifo come una metafora dell’assurdità della vita. «Dovremmo confrontarci con questa assurdità?» – si chiedeva. Un’opzione è quella di suicidarsi. Camus respinge questa opzione. Egli suggerisce invece che dovremmo ribellarci contro l’assurdità della vita gettandoci in essa, vivendo intensamente e con creatività. L’eroe rivoluzionario è quello che nonostante l’assurdità della cosa e sapendo che la sua ribellione potrebbe potenzialmente non portare a niente, continua comunque a spingere il masso restando felice”.
I limiti del mercato. Da che parte oscilla il pendolo dell’economia?
Paul De Grauwe
il Mulino, 2018
Appena pubblicato in Italia un libro che racconta gli ultimi duecento anni di storia come alternanza fra mercato e stato. E fornisce una terza soluzione
Essere consapevoli di dove si è. Prendere le misure del mondo che ci circonda. Sono condizioni che valgono anche per gli imprenditori e i loro manager. Condizioni essenziali per collocare in modo corretto la propria attività. Imprese non avulse dal mondo, quindi, ma immerse nei movimenti economici e sociali del tempo. Leggere buoni libri che aiutino a camminare in questa direzione, è quindi essenziale. E un buon libro appena pubblicato in italiano è quello scritto da Paul De Grauwe, professore alla London School of Economics oltre che, fra il 1991 e il 2003 parlamentare in Belgio.
“I limiti del mercato. Da che parte oscilla il pendolo dell’economia?” riesce in relativamente poche pagine a fornire il senso dell’andamento generale dell’economia lungo gli ultimi duecento anni. Una storia di alti e bassi, che ha oscillato fra mercato e Stato e che deve essere compresa a fondo per capire dove si sta andando.
Scritto in un linguaggio piano, il libro di De Grauwe ragiona partendo dalla constatazione che se quel che conta è la prosperità delle persone, il mercato e lo stato, eterni poli fra cui oscilla l’economia, non sono altro che strumenti per raggiungere quell’obiettivo e a nulla valgono le prese di posizione ideologiche. Ma non basta, perché secondo l’autore oggi la contrapposizione stato-mercato appare essere superata: sarà cioè sempre necessario prevedere un insieme dei due. Ma in questa dialettica che difficilmente trova un equilibrio, spesso eventi dirompenti vengono a favorire pericolose estremizzazioni.
Quindi occorre porsi delle domande. Quali sono per esempio i limiti del mercato? Dobbiamo poi prepararci al rovesciamento del sistema capitalistico e alla supremazia dello stato? Ciò porterà prosperità? Il mercato deve preoccuparsi di creare welfare o è responsabilità dello stato assicurarlo ai cittadini?
Per rispondere a questi interrogativi il libro prende le mosse proprio dall’immagine del pendolo e delle sue oscillazioni economiche per poi passare ad approfondire prima i limiti del capitalismo (del mercato quindi) e poi quelli dello stato. De Grauwe alla fine non fornisce previsioni univoche: lascia libero il lettore di scegliere fra due alternative. La prima conferma le “oscillazioni del pendolo” e quindi il continuo alternarsi fra momenti in cui prevale il mercato e altri in cui prevale lo stato. La seconda è una sorta di salto di livello che prevede una riforma dei rapporti e delle relazioni fondata sulla collaborazione piuttosto che sulla competitività. Una prospettive che De Grauwe vede però difficilmente realizzabile adesso.
Ma per De Grauwe conta comunque provarci. Bella è l’immagine posta alla fine delle poco meno di duecento pagine del libro: il mito di Sisifo costretto a spingere ogni giorno un masso in cima alla montagna, dopo che ogni sera il masso rotolava nuovamente a valle. Mito però ricordato da Alfred Camus con una interpretazione particolare, che De Grauwe riprende convinto scrivendo: “Camus vedeva la punizione inferta a Sisifo come una metafora dell’assurdità della vita. «Dovremmo confrontarci con questa assurdità?» – si chiedeva. Un’opzione è quella di suicidarsi. Camus respinge questa opzione. Egli suggerisce invece che dovremmo ribellarci contro l’assurdità della vita gettandoci in essa, vivendo intensamente e con creatività. L’eroe rivoluzionario è quello che nonostante l’assurdità della cosa e sapendo che la sua ribellione potrebbe potenzialmente non portare a niente, continua comunque a spingere il masso restando felice”.
I limiti del mercato. Da che parte oscilla il pendolo dell’economia?
Paul De Grauwe
il Mulino, 2018