Pirelli, comunicare senza confini
La comunicazione visiva di un’azienda è un aspetto fondamentale nel “racconto” della sua internazionalità. Il volume Una musa tra le ruote, curato dalla Fondazione Pirelli per le edizioni Corraini nel 2015, è un lungo percorso alla scoperta di quanto sia stata “internazionale” la comunicazione di Pirelli fin dall’inizio della sua storia, nel 1872.
Poco si sa della biografia di Stanley Charles Roowy: forse di origine belga, forse francese, sicuramente d’oltralpe. E’ lui che nel 1914 disegna per i pneumatici Pirelli quell’automobile rossa – rombante e futurista – che diventerà presto una delle icone della pubblicità del primo Novecento: il gioco di combinazioni grafiche tra la P lunga di “Pneus” e la P lunga di Pirelli ha già varcato le frontiere, andando a sollecitare/stimolare la creatività di molti artisti internazionali. Ma già l’anno precedente – 1913 – un autore ignoto ha disegnato un’altra pubblicità iconica, questa volta dedicata ai Pirelli Tyres per il mercato inglese: è la volpe che, dalla copertina della rivista Land & Water, “si fa beffe” della muta di cani che la insegue perchè dotata di un velocissimo pneumatico italiano. Il poster gigante – oltre tre metri d’altezza – di quella campagna è oggi esposto presso i locali della nostra Fondazione, nell’area dell’Archivio Storico dedicata alla comunicazione pubblicitaria dell’azienda. E forse tutta la dimensione “globale” di quei lontani anni d’anteguerra può essere ben riassunta in un piccolo bozzetto, di artista anonimo e databile attorno al 1912-15, conservato sempre nel nostro l’Archivio: il soggetto è ancora una volta un “pneu Pirelli” alla francese, guardato con curiosità e ammirazione da una serie di figurine umane in rappresentanza di tutte le etnie del mondo fino ad allora conosciuto. Ma sarà il secondo Dopoguerra, quando comincerà a soffiare forte il vento dell’europeismo, a vedere una vera e propria corsa di tutti i più grandi designer internazionali per cimentarsi con l’immagine pubblicitaria Pirelli: dall’incontro di tante esperienze e culture diverse nasce un mix irripetibile di creatività. Il primo a transitare per la Direzione Propaganda del Gruppo a Milano è probabilmente lo svizzero Max Huber, in Italia già dagli anni Quaranta per collaborare con lo Studio Boggeri prima e con Albe Steiner poi: è lui a firmare, a metà degli anni Cinquanta, la copertina di un pieghevole sui pneumatici scooter utilizzando il tema grafico della traccia lasciata dal disegno battistrada.
C’è invece ancora un segno “classico” nel soggetto “Sicurezza nella velocità” che Pavel Engelmann, cecoslovacco emigrato negli Stati Uniti, disegna tra il 1952 e il 1954 per i pneumatici Pirelli da competizione, seguendone l’evoluzione da Stella Bianca a Stelvio: il colore predominante è lo stesso rosso che il futurista Roowy ha usato già quarant’anni prima. Ed è Engelmann ad aprire le porte della Pirelli al giovane olandese Bob Noorda, sicuramente uno dei più prolifici e innovativi designer dell’epoca. Sono innumerevoli le opere realizzate dall’artista di Amsterdam per l’azienda milanese: non si può non ricordare i suoi pneumatici Inverno a forma di abete o cristalli di neve, o il primo collage per il Rolle, o i tentativi di dare vita artistica ai cavi energia in gommaprene. Agguerrita anche la pattuglia di creativi francesi: da Jeanne Michot che assumerà il cognome del marito Franco Grignani per firmare i bozzetti pubblicitari per gli impermeabili, a Raymond Savignac con il suo omino inscritto nello Stelvio come l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, ad André François che dall’occhiello della P lunga ricava un parabrezza d’automobile. Keniota di nascita l’inglese Alan Fletcher: con l’agenzia Fletcher/Forbes/Gill e poi con la Pentagram lascerà un segno indelebile nella storia del design del Novecento. Per Pirelli crea gioielli grafici come “Più chilometri” della pubblicità per il pneumatico Stelvio Nylon o “Sicurezza in curva” per il Cinturato. Non potevamo chiudere questa rassegna sui grandi designer internazionali che hanno collaborato con Pirelli senza citare Lora Lamm: svizzera, anche lei arrivata alla Propaganda Pirelli seguendo le tracce di Boggeri e di Huber. La sua ragazza sullo scooter del 1959 resta ancora oggi una meraviglia di freschezza e gioia di vivere.
La comunicazione visiva di un’azienda è un aspetto fondamentale nel “racconto” della sua internazionalità. Il volume Una musa tra le ruote, curato dalla Fondazione Pirelli per le edizioni Corraini nel 2015, è un lungo percorso alla scoperta di quanto sia stata “internazionale” la comunicazione di Pirelli fin dall’inizio della sua storia, nel 1872.
Poco si sa della biografia di Stanley Charles Roowy: forse di origine belga, forse francese, sicuramente d’oltralpe. E’ lui che nel 1914 disegna per i pneumatici Pirelli quell’automobile rossa – rombante e futurista – che diventerà presto una delle icone della pubblicità del primo Novecento: il gioco di combinazioni grafiche tra la P lunga di “Pneus” e la P lunga di Pirelli ha già varcato le frontiere, andando a sollecitare/stimolare la creatività di molti artisti internazionali. Ma già l’anno precedente – 1913 – un autore ignoto ha disegnato un’altra pubblicità iconica, questa volta dedicata ai Pirelli Tyres per il mercato inglese: è la volpe che, dalla copertina della rivista Land & Water, “si fa beffe” della muta di cani che la insegue perchè dotata di un velocissimo pneumatico italiano. Il poster gigante – oltre tre metri d’altezza – di quella campagna è oggi esposto presso i locali della nostra Fondazione, nell’area dell’Archivio Storico dedicata alla comunicazione pubblicitaria dell’azienda. E forse tutta la dimensione “globale” di quei lontani anni d’anteguerra può essere ben riassunta in un piccolo bozzetto, di artista anonimo e databile attorno al 1912-15, conservato sempre nel nostro l’Archivio: il soggetto è ancora una volta un “pneu Pirelli” alla francese, guardato con curiosità e ammirazione da una serie di figurine umane in rappresentanza di tutte le etnie del mondo fino ad allora conosciuto. Ma sarà il secondo Dopoguerra, quando comincerà a soffiare forte il vento dell’europeismo, a vedere una vera e propria corsa di tutti i più grandi designer internazionali per cimentarsi con l’immagine pubblicitaria Pirelli: dall’incontro di tante esperienze e culture diverse nasce un mix irripetibile di creatività. Il primo a transitare per la Direzione Propaganda del Gruppo a Milano è probabilmente lo svizzero Max Huber, in Italia già dagli anni Quaranta per collaborare con lo Studio Boggeri prima e con Albe Steiner poi: è lui a firmare, a metà degli anni Cinquanta, la copertina di un pieghevole sui pneumatici scooter utilizzando il tema grafico della traccia lasciata dal disegno battistrada.
C’è invece ancora un segno “classico” nel soggetto “Sicurezza nella velocità” che Pavel Engelmann, cecoslovacco emigrato negli Stati Uniti, disegna tra il 1952 e il 1954 per i pneumatici Pirelli da competizione, seguendone l’evoluzione da Stella Bianca a Stelvio: il colore predominante è lo stesso rosso che il futurista Roowy ha usato già quarant’anni prima. Ed è Engelmann ad aprire le porte della Pirelli al giovane olandese Bob Noorda, sicuramente uno dei più prolifici e innovativi designer dell’epoca. Sono innumerevoli le opere realizzate dall’artista di Amsterdam per l’azienda milanese: non si può non ricordare i suoi pneumatici Inverno a forma di abete o cristalli di neve, o il primo collage per il Rolle, o i tentativi di dare vita artistica ai cavi energia in gommaprene. Agguerrita anche la pattuglia di creativi francesi: da Jeanne Michot che assumerà il cognome del marito Franco Grignani per firmare i bozzetti pubblicitari per gli impermeabili, a Raymond Savignac con il suo omino inscritto nello Stelvio come l’uomo vitruviano di Leonardo da Vinci, ad André François che dall’occhiello della P lunga ricava un parabrezza d’automobile. Keniota di nascita l’inglese Alan Fletcher: con l’agenzia Fletcher/Forbes/Gill e poi con la Pentagram lascerà un segno indelebile nella storia del design del Novecento. Per Pirelli crea gioielli grafici come “Più chilometri” della pubblicità per il pneumatico Stelvio Nylon o “Sicurezza in curva” per il Cinturato. Non potevamo chiudere questa rassegna sui grandi designer internazionali che hanno collaborato con Pirelli senza citare Lora Lamm: svizzera, anche lei arrivata alla Propaganda Pirelli seguendo le tracce di Boggeri e di Huber. La sua ragazza sullo scooter del 1959 resta ancora oggi una meraviglia di freschezza e gioia di vivere.