Immagini di cultura d’impresa
La cultura d’impresa si nutre anche d’immagini. Che, a ben vedere, arrivano prima dell’analisi scritta della realtà che riproducono. Ed è così soprattutto oggi, in un intreccio inestricabile, fitto e affascinante in cui la cultura del produrre si allaccia con il futuro e prende forza dal presente e dal passato, e in cui in ogni momento proprio le immagini servono per innescare comportamenti d’acquisto, sintetizzare organizzazioni efficienti del prodotto, condensare approcci aziendali diversi. Così è anche del passato. Che poi condiziona pure il presente.
Un bell’esempio di cultura d’impresa che si fa cultura dell’immagine d’impresa è il libro appena diffuso “Torino ‘900. La città delle fabbriche” scritto da Enrico Miletto e Donatella Sasso.
Libro non solo e non tanto “scritto”, ma soprattutto fitto di fotografie, disegni, manifesti – immagini d’impresa appunto -, che raccontano la storia di Torino dalle origini della città industriale fino alle trasformazioni dei giorni nostri con la riconversione degli stabilimenti. E’ la storia di una città che per un secolo si è identificata con “la fabbrica” (quella delle auto), ma che in realtà è stata percorsa anche da altre avventure d’impresa come quelle del tessile, dell’alimentare, del cinema e del teatro, dell’aeronautica, della gomma.
Gli autori mettono quindi in fila otto capitoli: le origini, i primi passi verso la modernità, la prima guerra mondiale, il ventennio, le fabbriche e la guerra, la ricostruzione e il boom economico, la crisi degli anni ’70, l’oggi. Ogni capitolo è caratterizzato da una breve introduzione che ricorda i passaggi principali del periodo e i nomi di fabbriche e di protagonisti che hanno costellato la storia industriale torinese. Poi una sequenza d’immagini, ognuna spiegata da lunghe didascalie che approfondiscono ciò che si vede e ne restituiscono il pezzo di storia d’azienda di cui fa parte. Fabbriche certo, ma anche manifesti pubblicitari, persone sconosciute, protagonisti mondiali della storia industriale, scioperi, scontri, donne, bambini, operai e operaie, auto, aeroplani, elementi d’architettura industriale, frammenti di vita privata e di eventi pubblici, distruzioni, ricostruzioni, dibattiti, scatti in posa e rubati.
La città delle fabbriche di Miletto e Sasso racconta visivamente se’ stessa e la sua cultura del produrre, facendo compiere a chi guarda e legge una viaggio nel tempo passato e in quello presente. Un bel viaggio che vale la pena fare.
Torino ‘900. La città delle fabbriche
Enrico Miletto, Donatella Sasso
Edizioni del Capricorno, 2016
La cultura d’impresa si nutre anche d’immagini. Che, a ben vedere, arrivano prima dell’analisi scritta della realtà che riproducono. Ed è così soprattutto oggi, in un intreccio inestricabile, fitto e affascinante in cui la cultura del produrre si allaccia con il futuro e prende forza dal presente e dal passato, e in cui in ogni momento proprio le immagini servono per innescare comportamenti d’acquisto, sintetizzare organizzazioni efficienti del prodotto, condensare approcci aziendali diversi. Così è anche del passato. Che poi condiziona pure il presente.
Un bell’esempio di cultura d’impresa che si fa cultura dell’immagine d’impresa è il libro appena diffuso “Torino ‘900. La città delle fabbriche” scritto da Enrico Miletto e Donatella Sasso.
Libro non solo e non tanto “scritto”, ma soprattutto fitto di fotografie, disegni, manifesti – immagini d’impresa appunto -, che raccontano la storia di Torino dalle origini della città industriale fino alle trasformazioni dei giorni nostri con la riconversione degli stabilimenti. E’ la storia di una città che per un secolo si è identificata con “la fabbrica” (quella delle auto), ma che in realtà è stata percorsa anche da altre avventure d’impresa come quelle del tessile, dell’alimentare, del cinema e del teatro, dell’aeronautica, della gomma.
Gli autori mettono quindi in fila otto capitoli: le origini, i primi passi verso la modernità, la prima guerra mondiale, il ventennio, le fabbriche e la guerra, la ricostruzione e il boom economico, la crisi degli anni ’70, l’oggi. Ogni capitolo è caratterizzato da una breve introduzione che ricorda i passaggi principali del periodo e i nomi di fabbriche e di protagonisti che hanno costellato la storia industriale torinese. Poi una sequenza d’immagini, ognuna spiegata da lunghe didascalie che approfondiscono ciò che si vede e ne restituiscono il pezzo di storia d’azienda di cui fa parte. Fabbriche certo, ma anche manifesti pubblicitari, persone sconosciute, protagonisti mondiali della storia industriale, scioperi, scontri, donne, bambini, operai e operaie, auto, aeroplani, elementi d’architettura industriale, frammenti di vita privata e di eventi pubblici, distruzioni, ricostruzioni, dibattiti, scatti in posa e rubati.
La città delle fabbriche di Miletto e Sasso racconta visivamente se’ stessa e la sua cultura del produrre, facendo compiere a chi guarda e legge una viaggio nel tempo passato e in quello presente. Un bel viaggio che vale la pena fare.
Torino ‘900. La città delle fabbriche
Enrico Miletto, Donatella Sasso
Edizioni del Capricorno, 2016