Esemplare storia d’impresa
Appena pubblicata la storia della Olivetti dopo Adriano: racconto di un “mutamento di natura” basato su radici culturali uniche e speciali
Si apprende molto dall’esperienza degli altri oltre che dalla propria. E’ il succo della storia intesa in senso lato. E vale anche per le imprese e per gli imprenditori. Non si tratta di copiare, ma di capire. Trarre insegnamento da quanto accaduto e accade attorno alla propria impresa è importante. Leggere quindi l’ultima fatica letteraria di Paolo Bricco sulla vicenda dell’Olivetti di Carlo De Bendetti, è un buon modo per applicare il principio di conoscere per crescere. Bricco – giornalista e narratore di storie d’impresa -, scrive in maniera precisa e dettagliata ma si fa leggere. E racconta la storia di uno degli esempi d’eccellenza della buona imprenditoria italiana – quello della Olivetti appunto -, dal momento di grande difficoltà seguito alla morte di Adriano, fino alla conclusione della guida di debenedettiana.
Il libro racconto di come sotto la guida dell’Ingegnere l’azienda viva un’intensa stagione di sviluppo, fondata sulla produzione di personal computer (l’M24 è il pc più venduto al mondo) e sull’ampliamento dei prodotti: fax, fotocopiatrici, stampanti. Ma a cavallo fra anni Ottanta e Novanta, l’azienda condivide con le altre imprese elettroniche europee di radice fordista la dura rimodulazione dell’informatica, e sperimenta pure la felice metamorfosi nella telefonia con Omnitel. Si tratta, fa notare Bricco, di un mutamento di natura (non solo di pelle), unico nel panorama internazionale: dalla crisi della fabbrica ai nuovi servizi. Poi tutto si conclude nel 1996, quando De Benedetti lascia la guida del gruppo.
L’intera storia è, come si è detto, raccontata con dovizia di particolari e basandosi su più fonti documentarie: un esempio di storia che si fa leggere che potrebbe dire molto a molti storici. Storia vivace e complessa, a tratti contraddittoria ma sempre utile da ripercorrere. E che appunto ricostruisce una vicenda esemplare del Novecento italiano: quella di un’azienda che molto più di altre ha saputo coniugare produzione e cultura, alta tecnologia e capacità di intrapresa.
L’Olivetti dell’Ingegnere (1978-1996)
Paolo Bricco
Il Mulino, 2016
Appena pubblicata la storia della Olivetti dopo Adriano: racconto di un “mutamento di natura” basato su radici culturali uniche e speciali
Si apprende molto dall’esperienza degli altri oltre che dalla propria. E’ il succo della storia intesa in senso lato. E vale anche per le imprese e per gli imprenditori. Non si tratta di copiare, ma di capire. Trarre insegnamento da quanto accaduto e accade attorno alla propria impresa è importante. Leggere quindi l’ultima fatica letteraria di Paolo Bricco sulla vicenda dell’Olivetti di Carlo De Bendetti, è un buon modo per applicare il principio di conoscere per crescere. Bricco – giornalista e narratore di storie d’impresa -, scrive in maniera precisa e dettagliata ma si fa leggere. E racconta la storia di uno degli esempi d’eccellenza della buona imprenditoria italiana – quello della Olivetti appunto -, dal momento di grande difficoltà seguito alla morte di Adriano, fino alla conclusione della guida di debenedettiana.
Il libro racconto di come sotto la guida dell’Ingegnere l’azienda viva un’intensa stagione di sviluppo, fondata sulla produzione di personal computer (l’M24 è il pc più venduto al mondo) e sull’ampliamento dei prodotti: fax, fotocopiatrici, stampanti. Ma a cavallo fra anni Ottanta e Novanta, l’azienda condivide con le altre imprese elettroniche europee di radice fordista la dura rimodulazione dell’informatica, e sperimenta pure la felice metamorfosi nella telefonia con Omnitel. Si tratta, fa notare Bricco, di un mutamento di natura (non solo di pelle), unico nel panorama internazionale: dalla crisi della fabbrica ai nuovi servizi. Poi tutto si conclude nel 1996, quando De Benedetti lascia la guida del gruppo.
L’intera storia è, come si è detto, raccontata con dovizia di particolari e basandosi su più fonti documentarie: un esempio di storia che si fa leggere che potrebbe dire molto a molti storici. Storia vivace e complessa, a tratti contraddittoria ma sempre utile da ripercorrere. E che appunto ricostruisce una vicenda esemplare del Novecento italiano: quella di un’azienda che molto più di altre ha saputo coniugare produzione e cultura, alta tecnologia e capacità di intrapresa.
L’Olivetti dell’Ingegnere (1978-1996)
Paolo Bricco
Il Mulino, 2016