La qualità nell’impresa è una questione di cultura
Qualità prima di tutto. E’ il monito, la legge assoluta che impera nelle aziende moderne. Ed è giusto che sia così, ma non basta. Accanto alla qualità del prodotto e delle procedure di produzione, infatti, ci si è resi conto che occorrono una qualità culturale, un cambiamento di passo nel management e più in generale in chi lavora nell’impresa. Cosa non facile da fare, ma ormai impegno altrettanto assoluto per l’impresa che voglia davvero sopravvivere e, anzi, crescere.
La ricerca “TQM and Modern Marketing in Developing Countries – Theoretical and Conceptual Frameworks” scritta a sei mani da ricercatori sparsi in diversi continenti (Tahir Iqbal del Jubail University College, David Edwards della Birmingham City University Business School e Eman El-Gohary dell’AMAC Centre del Cairo), rappresenta una buona base per comprendere meglio le relazioni fra il TQM (cioè uno dei metodi più diffusi di messa a punto e di applicazione della qualità nella produzione), e la cultura d’impresa che deve cambiare.
La ricerca inizia esaminando le relazioni fra TQM e produttività delle aziende manifatturiere. L’attenzione è posta sulle imprese dei Paesi in via di sviluppo, ma – a ben vedere -, i principi del ragionamento valgono per qualsiasi imprese e qualsiasi Paese.
Il tema è svolto percorrendo l’attuale letteratura sull’argomento e cercando di individuare i legami e i cambiamenti culturali all’interno delle imprese. “Il primo esame della letteratura – scrivono gli autori -, ha confermato che la qualità ha un impatto significativo sulla produttività. La migliore produttività dà vantaggi di costo rispetto ai concorrenti, con conseguente possibilità di fare prezzi più bassi e avere margini di profitto più elevati”.
Ma dove entra per davvero la cultura d’impresa? Non solo nell’applicazione della TQM, ma soprattutto nella sua accettazione a livello mentale. Gli autori individuano nel diverso atteggiamento che devono avere il top management e i lavoratori la chiave di volta per il successo della TQM. Per far comprendere meglio quanto approccio, la ricerca contiene quindi un valido schema dei costi della qualità e degli aspetti dell’attività aziendale che influenzano la stessa.
Ma non è tutto. La consapevolezza che deve essere acquisita, secondo gli autori, è che il miglioramento della qualità si traduce anche in esigenze di beni e servizi più elevate e, soprattutto, nella possibilità che aziende con produttività superiore siano in grado di “pagare salari più alti, attirando così i dipendenti più altamente specializzati e qualificati”. Insomma, la qualità migliorata non fa bene solo all’imprenditore e ai suoi profitti, ma a tutti. Basta però capirlo.
TQM and Modern Marketing in Developing Countries – Theoretical and Conceptual Frameworks
Tahir Iqbal (Department of Business Administration, Jubail University College, KSA )
David Edwards (Professor of Industrial Innovation, Birmingham City University Business School)
Eman El-Gohary (AMAC Centre Cairo, Egypt)
International Journal of Business and Social Science Vol. 5, No. 6(1); May 2014
Qualità prima di tutto. E’ il monito, la legge assoluta che impera nelle aziende moderne. Ed è giusto che sia così, ma non basta. Accanto alla qualità del prodotto e delle procedure di produzione, infatti, ci si è resi conto che occorrono una qualità culturale, un cambiamento di passo nel management e più in generale in chi lavora nell’impresa. Cosa non facile da fare, ma ormai impegno altrettanto assoluto per l’impresa che voglia davvero sopravvivere e, anzi, crescere.
La ricerca “TQM and Modern Marketing in Developing Countries – Theoretical and Conceptual Frameworks” scritta a sei mani da ricercatori sparsi in diversi continenti (Tahir Iqbal del Jubail University College, David Edwards della Birmingham City University Business School e Eman El-Gohary dell’AMAC Centre del Cairo), rappresenta una buona base per comprendere meglio le relazioni fra il TQM (cioè uno dei metodi più diffusi di messa a punto e di applicazione della qualità nella produzione), e la cultura d’impresa che deve cambiare.
La ricerca inizia esaminando le relazioni fra TQM e produttività delle aziende manifatturiere. L’attenzione è posta sulle imprese dei Paesi in via di sviluppo, ma – a ben vedere -, i principi del ragionamento valgono per qualsiasi imprese e qualsiasi Paese.
Il tema è svolto percorrendo l’attuale letteratura sull’argomento e cercando di individuare i legami e i cambiamenti culturali all’interno delle imprese. “Il primo esame della letteratura – scrivono gli autori -, ha confermato che la qualità ha un impatto significativo sulla produttività. La migliore produttività dà vantaggi di costo rispetto ai concorrenti, con conseguente possibilità di fare prezzi più bassi e avere margini di profitto più elevati”.
Ma dove entra per davvero la cultura d’impresa? Non solo nell’applicazione della TQM, ma soprattutto nella sua accettazione a livello mentale. Gli autori individuano nel diverso atteggiamento che devono avere il top management e i lavoratori la chiave di volta per il successo della TQM. Per far comprendere meglio quanto approccio, la ricerca contiene quindi un valido schema dei costi della qualità e degli aspetti dell’attività aziendale che influenzano la stessa.
Ma non è tutto. La consapevolezza che deve essere acquisita, secondo gli autori, è che il miglioramento della qualità si traduce anche in esigenze di beni e servizi più elevate e, soprattutto, nella possibilità che aziende con produttività superiore siano in grado di “pagare salari più alti, attirando così i dipendenti più altamente specializzati e qualificati”. Insomma, la qualità migliorata non fa bene solo all’imprenditore e ai suoi profitti, ma a tutti. Basta però capirlo.
TQM and Modern Marketing in Developing Countries – Theoretical and Conceptual Frameworks
Tahir Iqbal (Department of Business Administration, Jubail University College, KSA )
David Edwards (Professor of Industrial Innovation, Birmingham City University Business School)
Eman El-Gohary (AMAC Centre Cairo, Egypt)
International Journal of Business and Social Science Vol. 5, No. 6(1); May 2014