Uomini, donne e imprese
Le imprese sono fatte di persone e vivono in un ben determinato contesto sociale. Imprese uguali a uomini e donne, quindi, e non semplicemente uguali a macchine. E’, insomma, sempre valida e importante la differenza, dettata dall’economia, fra azienda e impresa. Anche se, spesso, proprio questa differenza, con tutte le conseguenza del caso, viene dimenticata. Eppure, proprio in tempi complessi come questi, il senso vero del fare impresa, la propria particolare cultura e l’attenzione al sociale della stessa, trovano nuovi spazi di rivalutazione.
“Valore dei valori. La governance nell’impresa socialmente orientata” pubblicato da Giuseppe Argiolas, aiuta a capire meglio l’intreccio fra ruolo produttivo dell’impresa e suoi aspetti umani e sociali.
Il volume affronta il tema della teoria manageriale dell’impresa dalla prospettiva della persona guardandola come uno degli aspetti fondamentali per una “crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”. In altri termini, l’autore – che è ricercatore confermato di Economia e Gestione delle Imprese presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari -, parte dall’idea che l’uomo debba essere posto al centro del ragionamento imprenditoriale.
“La crisi in cui versa la società occidentale – dice la presentazione -, è, prima ancora di essere economica, una crisi culturale, sociale e relazionale. Tale situazione spinge anche il mondo delle imprese ad un radicale ripensamento di sé come soggetto sociale”. Da qui parte il cammino indicato dal volume. Secondo Argiolas occorre un ripensamento profondo che “andando alle radici della propria cultura spinga l’impresa a riflettere su se stessa non come oggetto astratto, bensì come soggetto plurale concretamente ‘inserito in’, ed al tempo stesso, ‘espressione di’ uno o più contesti sociali”. Alla base di tutto, come si è detto, le persone, con la loro capacità e intelligenza per una impresa che vuole investire sul capitale umano, rispettare l’ambiente sviluppando processi produttivi ecocompatibili, curando qualità, sicurezza e affidabilità dei prodotti, sicurezza e stabilità dell’ambiente di lavoro, investendo nella comunità e nei rapporti con il territorio.
Argiolas dipana il suo ragionamento sulla base di questi concetti, senza però farsi prendere dal “romanticismo” di un’economia che non può esistere, cioè avulsa dai vincoli di razionalità e di conto.
Descrive bene lo spirito che anima il volume la prefazione di Benedetto Gui (Ordinario di Economia politica dell’Università di Padova), che scrive: “Pensare che un’impresa guidata dalla ricerca del profitto renda comunque un buon servizio alla società è un po’ come illudersi che il prodotto a prezzo più basso sia comunque conveniente per chi compra. (…) A volte dietro il buon risultato economico di un’azienda, oltre alla buona gestione e a una buona fortuna, si nascondono pratiche indebite, materiali scadenti, ingredienti nocivi, risparmio sui costi per la sicurezza ecc. (…)”.
Valore dei valori. La governance nell’impresa socialmente orientata
Giuseppe Argiolas
Città Nuova, 2014
Le imprese sono fatte di persone e vivono in un ben determinato contesto sociale. Imprese uguali a uomini e donne, quindi, e non semplicemente uguali a macchine. E’, insomma, sempre valida e importante la differenza, dettata dall’economia, fra azienda e impresa. Anche se, spesso, proprio questa differenza, con tutte le conseguenza del caso, viene dimenticata. Eppure, proprio in tempi complessi come questi, il senso vero del fare impresa, la propria particolare cultura e l’attenzione al sociale della stessa, trovano nuovi spazi di rivalutazione.
“Valore dei valori. La governance nell’impresa socialmente orientata” pubblicato da Giuseppe Argiolas, aiuta a capire meglio l’intreccio fra ruolo produttivo dell’impresa e suoi aspetti umani e sociali.
Il volume affronta il tema della teoria manageriale dell’impresa dalla prospettiva della persona guardandola come uno degli aspetti fondamentali per una “crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva”. In altri termini, l’autore – che è ricercatore confermato di Economia e Gestione delle Imprese presso il Dipartimento di Scienze economiche e aziendali dell’Università di Cagliari -, parte dall’idea che l’uomo debba essere posto al centro del ragionamento imprenditoriale.
“La crisi in cui versa la società occidentale – dice la presentazione -, è, prima ancora di essere economica, una crisi culturale, sociale e relazionale. Tale situazione spinge anche il mondo delle imprese ad un radicale ripensamento di sé come soggetto sociale”. Da qui parte il cammino indicato dal volume. Secondo Argiolas occorre un ripensamento profondo che “andando alle radici della propria cultura spinga l’impresa a riflettere su se stessa non come oggetto astratto, bensì come soggetto plurale concretamente ‘inserito in’, ed al tempo stesso, ‘espressione di’ uno o più contesti sociali”. Alla base di tutto, come si è detto, le persone, con la loro capacità e intelligenza per una impresa che vuole investire sul capitale umano, rispettare l’ambiente sviluppando processi produttivi ecocompatibili, curando qualità, sicurezza e affidabilità dei prodotti, sicurezza e stabilità dell’ambiente di lavoro, investendo nella comunità e nei rapporti con il territorio.
Argiolas dipana il suo ragionamento sulla base di questi concetti, senza però farsi prendere dal “romanticismo” di un’economia che non può esistere, cioè avulsa dai vincoli di razionalità e di conto.
Descrive bene lo spirito che anima il volume la prefazione di Benedetto Gui (Ordinario di Economia politica dell’Università di Padova), che scrive: “Pensare che un’impresa guidata dalla ricerca del profitto renda comunque un buon servizio alla società è un po’ come illudersi che il prodotto a prezzo più basso sia comunque conveniente per chi compra. (…) A volte dietro il buon risultato economico di un’azienda, oltre alla buona gestione e a una buona fortuna, si nascondono pratiche indebite, materiali scadenti, ingredienti nocivi, risparmio sui costi per la sicurezza ecc. (…)”.
Valore dei valori. La governance nell’impresa socialmente orientata
Giuseppe Argiolas
Città Nuova, 2014