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Globalizzazione senza una “coscienza globale”

Un intervento del Governatore di Banca d’Italia fornisce lo schema per comprendere meglio la situazione che stiamo vivendo

Guerre in aumento, tensioni geopolitiche in crescita, incertezza e instabilità dilaganti. È complessa e difficile la situazione economica e sociale che il mondo sta vivendo e con la quale le imprese, così come le istituzioni e i singoli individui, devono fare i conti. È su questa situazione che interviene Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, con la sua relazione “Pace e prosperità in un mondo frammentato” tenuta il 16 gennaio 2025 all’incontro “Economia e pace: un’alleanza possibile” organizzato dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.

Pace e prosperità, dunque. Binomio sul quale Panetta ragiona partendo dalla constatazione che “il numero delle guerre, diminuito dopo la caduta del Muro di Berlino, è tornato a crescere negli ultimi quindici anni, raggiungendo nel 2023 il valore massimo dal secondo conflitto mondiale”. Pace lontana, quindi. Tanto che lo stesso Governatore sottolinea come “dopo anni di rafforzamento della cooperazione internazionale e dell’integrazione economica, la storia sembra ora fare un passo indietro”.

Da tutto questo Panetta passa ad esaminare le conseguenze di un’osservazione: “Senza pace, l’umanità non può prosperare; né può farlo l’economia”. La relazione approfondisce quindi i dettagli di questa realtà, sfatando, tra l’altro, l’indicazione che un’economia di guerra faccia bene, di fatto, a tutta l’economia e con effetti di lungo periodo. Così come è ugualmente sbagliato pensare che la produzione bellica possa generare innovazione al posto della ricerca scientifica.

Panetta, poi, approfondisce il concetto che la crescita e l’integrazione economica debbano essere intesi come strumenti di pace. E che, anzi, nelle economie moderne “lo sviluppo si fonda sull’integrazione e sul commercio internazionale”. Ricordando la storia degli ultimi decenni dopo il secondo conflitto mondiale, il Governatore arriva così a confrontarsi con “gli scontenti della globalizzazione e dei cambiamenti geopolitici”. Si tratta, questo, di un paesaggio importante della ricerca di Panetta: la globalizzazione ha prodotto anche effetti indesiderati  e la mancanza di riforme può frenare l’equazione distribuzione del reddito e del benessere.

L’indagine prosegue poi ponendosi una domanda cruciale: quali debbano essere le politiche economiche “per la pace”. Apertura agli scambi ed equilibrio nelle relazioni paiono essere le due indicazioni generali. Due traguardi da raggiungere per mezzo di una serie di strumenti da applicare. Come il contrasto alle disuguaglianze, il rafforzamento dell’istruzione e della formazione, l’accelerazione sulla protezione sociale e sulla garanzia di accesso alla sanità efficiente, la gestione del debito. Ancora, Panetta indica l’importanza di politiche di sostegno dello sviluppo.

Bella e profonda, nelle conclusioni, una delle frasi di sintesi del Governatore: “L’economia sembra essersi globalizzata senza una ‘coscienza globale’”. L’intervento di Fabio Panetta è una bella lettura da fare tutti.

Pace e prosperità in un mondo frammentato

Fabio Panetta

“Economia e pace: un’alleanza possibile”

Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, 16 gennaio 2025

Un intervento del Governatore di Banca d’Italia fornisce lo schema per comprendere meglio la situazione che stiamo vivendo

Guerre in aumento, tensioni geopolitiche in crescita, incertezza e instabilità dilaganti. È complessa e difficile la situazione economica e sociale che il mondo sta vivendo e con la quale le imprese, così come le istituzioni e i singoli individui, devono fare i conti. È su questa situazione che interviene Fabio Panetta, Governatore della Banca d’Italia, con la sua relazione “Pace e prosperità in un mondo frammentato” tenuta il 16 gennaio 2025 all’incontro “Economia e pace: un’alleanza possibile” organizzato dalla Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice.

Pace e prosperità, dunque. Binomio sul quale Panetta ragiona partendo dalla constatazione che “il numero delle guerre, diminuito dopo la caduta del Muro di Berlino, è tornato a crescere negli ultimi quindici anni, raggiungendo nel 2023 il valore massimo dal secondo conflitto mondiale”. Pace lontana, quindi. Tanto che lo stesso Governatore sottolinea come “dopo anni di rafforzamento della cooperazione internazionale e dell’integrazione economica, la storia sembra ora fare un passo indietro”.

Da tutto questo Panetta passa ad esaminare le conseguenze di un’osservazione: “Senza pace, l’umanità non può prosperare; né può farlo l’economia”. La relazione approfondisce quindi i dettagli di questa realtà, sfatando, tra l’altro, l’indicazione che un’economia di guerra faccia bene, di fatto, a tutta l’economia e con effetti di lungo periodo. Così come è ugualmente sbagliato pensare che la produzione bellica possa generare innovazione al posto della ricerca scientifica.

Panetta, poi, approfondisce il concetto che la crescita e l’integrazione economica debbano essere intesi come strumenti di pace. E che, anzi, nelle economie moderne “lo sviluppo si fonda sull’integrazione e sul commercio internazionale”. Ricordando la storia degli ultimi decenni dopo il secondo conflitto mondiale, il Governatore arriva così a confrontarsi con “gli scontenti della globalizzazione e dei cambiamenti geopolitici”. Si tratta, questo, di un paesaggio importante della ricerca di Panetta: la globalizzazione ha prodotto anche effetti indesiderati  e la mancanza di riforme può frenare l’equazione distribuzione del reddito e del benessere.

L’indagine prosegue poi ponendosi una domanda cruciale: quali debbano essere le politiche economiche “per la pace”. Apertura agli scambi ed equilibrio nelle relazioni paiono essere le due indicazioni generali. Due traguardi da raggiungere per mezzo di una serie di strumenti da applicare. Come il contrasto alle disuguaglianze, il rafforzamento dell’istruzione e della formazione, l’accelerazione sulla protezione sociale e sulla garanzia di accesso alla sanità efficiente, la gestione del debito. Ancora, Panetta indica l’importanza di politiche di sostegno dello sviluppo.

Bella e profonda, nelle conclusioni, una delle frasi di sintesi del Governatore: “L’economia sembra essersi globalizzata senza una ‘coscienza globale’”. L’intervento di Fabio Panetta è una bella lettura da fare tutti.

Pace e prosperità in un mondo frammentato

Fabio Panetta

“Economia e pace: un’alleanza possibile”

Fondazione Centesimus Annus Pro Pontifice, 16 gennaio 2025

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