La cultura della produzione smart
Condensati in un libro principi e pratica dello smartworking
Prima c’erano la fabbrica e l’ufficio, adesso non solo. Anzi, sempre di più si fanno largo modalità di produzione differenziata, anche dal punto di vista della collocazione fisica, certamente da quello dell’organizzazione del lavoro e dei rapporti gerarchici. E’ ciò che viene indicato come smartworking, tema di “Smarting up! La smart organization: una nuova relazione tra persona e organizzazione” scritto da Alessandro Donadio (HR Innovation Leader PwC e con un’attenzione particolare agli aspetti etnologici dell’agire umano) pubblicato da poco.
Il libro – circa 150 pagine che si leggono velocemente ma che vanno prese con grande serietà -, inizia a ragionare dalla constatazione che fino a poco tempo le aziende hanno posto la loro attenzione solo sugli aspetti tecnologici oppure normativi del loro agire. Adesso, proprio lo smartworking sta cambiano alla radice il modo di produrre agendo sullo spazio e sul tempo della produzione.
In passato – viene spiegato nella presentazione del libro -, la persona entrata in azienda aveva chiaro che il corrispettivo alla retribuzione fosse il suo lavoro in uno spazio (fabbrica o ufficio) e in un tempo di lavoro definiti e preordinati. Oggi la smart organization riporta questi due pilastri in carico alle persone, anziché alle organizzazioni, cambiando nelle fondamenta la geometria della relazione. Si passa così alla valorizzazione del risultato e della bontà dell’autogestione piuttosto che del coordinamento. In altre parole, gli elementi forti delle nuove organizzazioni della produzione smart sono la responsabilizzazione di ognuno, la delega ed l’autonomia. Cambia anche la stessa definizione di leadership. Mentre prendono spazio le nuove tecnologie in grado di mettere in collegamento le persone, tecnologie che divengono una sorta di collante di un’organizzazione che si fa liquida e gestita con modalità totalmente nuove.
Alessandro Donadio illustra tutto questo partendo proprio dai pilastri abbattuti – lo spazio e il tempo -, per passare poi alla costruzione di nuovi pilastri della produzione: una nuova responsabilità individuale e una nuova leadership. Tutto viene poi fuso in uno schema di organizzazione smart raccontato attraverso la sigla 4P4Smart che identifica i concetti di Practice, People, Platform e Place – operatività, persone, collegamenti e collocazioni -, visti come elementi sui quali le nuove modalità produttive possono essere costruite e fatte funzionare. Con un nucleo culturale di fondo che deve essere assicurato: il senso di appartenenza che va oltre lo spazio e il tempo.
Produrre smart – può essere uno dei messaggi del libro -, non implica solo una maggiore efficienza ed efficacia nei processi, ma anche una più alta consapevolezza del proprio ruolo, una cultura del produrre che si evolve verso orizzonti diversi da quelli dell’oggi. Tutto da leggere.
Smarting up! La smart organization: una nuova relazione tra persona e organizzazione
Alessandro Donadio
Franco Angeli, 2018
Condensati in un libro principi e pratica dello smartworking
Prima c’erano la fabbrica e l’ufficio, adesso non solo. Anzi, sempre di più si fanno largo modalità di produzione differenziata, anche dal punto di vista della collocazione fisica, certamente da quello dell’organizzazione del lavoro e dei rapporti gerarchici. E’ ciò che viene indicato come smartworking, tema di “Smarting up! La smart organization: una nuova relazione tra persona e organizzazione” scritto da Alessandro Donadio (HR Innovation Leader PwC e con un’attenzione particolare agli aspetti etnologici dell’agire umano) pubblicato da poco.
Il libro – circa 150 pagine che si leggono velocemente ma che vanno prese con grande serietà -, inizia a ragionare dalla constatazione che fino a poco tempo le aziende hanno posto la loro attenzione solo sugli aspetti tecnologici oppure normativi del loro agire. Adesso, proprio lo smartworking sta cambiano alla radice il modo di produrre agendo sullo spazio e sul tempo della produzione.
In passato – viene spiegato nella presentazione del libro -, la persona entrata in azienda aveva chiaro che il corrispettivo alla retribuzione fosse il suo lavoro in uno spazio (fabbrica o ufficio) e in un tempo di lavoro definiti e preordinati. Oggi la smart organization riporta questi due pilastri in carico alle persone, anziché alle organizzazioni, cambiando nelle fondamenta la geometria della relazione. Si passa così alla valorizzazione del risultato e della bontà dell’autogestione piuttosto che del coordinamento. In altre parole, gli elementi forti delle nuove organizzazioni della produzione smart sono la responsabilizzazione di ognuno, la delega ed l’autonomia. Cambia anche la stessa definizione di leadership. Mentre prendono spazio le nuove tecnologie in grado di mettere in collegamento le persone, tecnologie che divengono una sorta di collante di un’organizzazione che si fa liquida e gestita con modalità totalmente nuove.
Alessandro Donadio illustra tutto questo partendo proprio dai pilastri abbattuti – lo spazio e il tempo -, per passare poi alla costruzione di nuovi pilastri della produzione: una nuova responsabilità individuale e una nuova leadership. Tutto viene poi fuso in uno schema di organizzazione smart raccontato attraverso la sigla 4P4Smart che identifica i concetti di Practice, People, Platform e Place – operatività, persone, collegamenti e collocazioni -, visti come elementi sui quali le nuove modalità produttive possono essere costruite e fatte funzionare. Con un nucleo culturale di fondo che deve essere assicurato: il senso di appartenenza che va oltre lo spazio e il tempo.
Produrre smart – può essere uno dei messaggi del libro -, non implica solo una maggiore efficienza ed efficacia nei processi, ma anche una più alta consapevolezza del proprio ruolo, una cultura del produrre che si evolve verso orizzonti diversi da quelli dell’oggi. Tutto da leggere.
Smarting up! La smart organization: una nuova relazione tra persona e organizzazione
Alessandro Donadio
Franco Angeli, 2018