La codificazione dell’etica d’impresa
Dall’ISTUD un’indagine sulle modalità, sui rischi e sui vantaggi dei Codici Etici aziendali.
L’etica e la cultura d’impresa si nutrono di ispirazioni e di idee, ma devono anche avere una base concreta, quasi toccabile con mano per continuare ad esistere, per non essere travisate, per essere tramandate non solo a parole. E’ per questo che i documenti inerenti l’agire etico e culturale dell’organizzazione della produzione sono importanti come quelli di bilancio.
Sui codici etici si sono esercitati recentemente Rossana Arrichiello, Raffaele d’Apolito, Beatrice Rainieri e Matteo Schiavone del Master in Risorse Umane e Organizzazione della Fondazione ISTUD. “Il Codice Etico come strumento di autoregolamentazione aziendale” è una efficace sintesi di un tema certamente complesso che ha l’obiettivo di “analizzare ed esplicitare la funzione del Codice Etico come strumento di autoregolamentazione aziendale”. Spiegano gli autori: “A partire dagli anni Ottanta si è resa necessaria l’introduzione e l’implementazione di tale codice all’interno delle realtà imprenditoriali, al fine di orientare al meglio il sistema valoriale e le linee di condotta degli stakeholders interni ed esterni”. E’ da questa base che prende le mosse la ricerca, che ha il pregio di essere sintetica e scritta in modo chiaro. A partire dalla definizione stessa di Codice Etico e dall’analisi del suo sviluppo nelle aziende sia all’stero che in Italia. Gli autori, poi, passano a studiare non solo gli esiti delle applicazioni di questo documento nell’ambito delle imprese, ma anche i possibili rischi insiti nel suo uso. “Potremmo dire – viene spiegato -, che il Codice Etico, tra le altre cose, espone l’azienda a rischi consistenti riguardo il rapporto con stakeholders e il mondo del mercato”. Da prendere con grande cautela, poi, è il tema del legame fra presenza di un Codice Etico e gestione del profitto. Scrivono gli autori: “L’etica nella gestione del profitto è, secondo noi, una necessità: si tratta di compiere una scelta convinta e responsabile, non certo di facciata, di perseguire l’obiettivo della massimizzazione della qualità e dell’efficienza attraverso l’autoregolamentazione, precedendo il più possibile l’intervento del legislatore, il quale di per sé essendo poco flessibile, raramente produce una disciplina equilibrata che tenga conto delle esigenze dell’intero mercato e che possa coniugarsi uniformemente con la politica aziendale di ogni singola unità produttiva”.
Ma uno dei grandi pregi del lavoro di Arrichiello, d’Apolito, Rainieri e Schiavone è la consistente serie di casi aziendali posta ad esemplificare la teoria esposta nella ricerca. Sono infatti le storie di Sears, Roebuck & Company, Brunello Cucinelli, Natuzzi, Cpl Concordia e Rolls Royce a rendere vivi i ragionamento sulla costruzione e sull’uso dei Codici Etici d’impresa.
Gli autori chiudono il lavoro con una constatazione: “Un mondo in continua evoluzione (…), rimarca l’esigenza di un’etica che possa orientare le scelte della collettività imprenditoriale, considerata, sino a pochi anni fa, antitetica alla dimensione morale”.
Il Codice Etico come strumento di autoregolamentazione aziendale
Rossana Arrichiello, Raffaele d’Apolito, Beatrice Rainieri, Matteo Schiavone
Fondazione ISTUD, Master in Risorse Umane e Organizzazione 2015/2016 XXI Edizione
Dall’ISTUD un’indagine sulle modalità, sui rischi e sui vantaggi dei Codici Etici aziendali.
L’etica e la cultura d’impresa si nutrono di ispirazioni e di idee, ma devono anche avere una base concreta, quasi toccabile con mano per continuare ad esistere, per non essere travisate, per essere tramandate non solo a parole. E’ per questo che i documenti inerenti l’agire etico e culturale dell’organizzazione della produzione sono importanti come quelli di bilancio.
Sui codici etici si sono esercitati recentemente Rossana Arrichiello, Raffaele d’Apolito, Beatrice Rainieri e Matteo Schiavone del Master in Risorse Umane e Organizzazione della Fondazione ISTUD. “Il Codice Etico come strumento di autoregolamentazione aziendale” è una efficace sintesi di un tema certamente complesso che ha l’obiettivo di “analizzare ed esplicitare la funzione del Codice Etico come strumento di autoregolamentazione aziendale”. Spiegano gli autori: “A partire dagli anni Ottanta si è resa necessaria l’introduzione e l’implementazione di tale codice all’interno delle realtà imprenditoriali, al fine di orientare al meglio il sistema valoriale e le linee di condotta degli stakeholders interni ed esterni”. E’ da questa base che prende le mosse la ricerca, che ha il pregio di essere sintetica e scritta in modo chiaro. A partire dalla definizione stessa di Codice Etico e dall’analisi del suo sviluppo nelle aziende sia all’stero che in Italia. Gli autori, poi, passano a studiare non solo gli esiti delle applicazioni di questo documento nell’ambito delle imprese, ma anche i possibili rischi insiti nel suo uso. “Potremmo dire – viene spiegato -, che il Codice Etico, tra le altre cose, espone l’azienda a rischi consistenti riguardo il rapporto con stakeholders e il mondo del mercato”. Da prendere con grande cautela, poi, è il tema del legame fra presenza di un Codice Etico e gestione del profitto. Scrivono gli autori: “L’etica nella gestione del profitto è, secondo noi, una necessità: si tratta di compiere una scelta convinta e responsabile, non certo di facciata, di perseguire l’obiettivo della massimizzazione della qualità e dell’efficienza attraverso l’autoregolamentazione, precedendo il più possibile l’intervento del legislatore, il quale di per sé essendo poco flessibile, raramente produce una disciplina equilibrata che tenga conto delle esigenze dell’intero mercato e che possa coniugarsi uniformemente con la politica aziendale di ogni singola unità produttiva”.
Ma uno dei grandi pregi del lavoro di Arrichiello, d’Apolito, Rainieri e Schiavone è la consistente serie di casi aziendali posta ad esemplificare la teoria esposta nella ricerca. Sono infatti le storie di Sears, Roebuck & Company, Brunello Cucinelli, Natuzzi, Cpl Concordia e Rolls Royce a rendere vivi i ragionamento sulla costruzione e sull’uso dei Codici Etici d’impresa.
Gli autori chiudono il lavoro con una constatazione: “Un mondo in continua evoluzione (…), rimarca l’esigenza di un’etica che possa orientare le scelte della collettività imprenditoriale, considerata, sino a pochi anni fa, antitetica alla dimensione morale”.
Il Codice Etico come strumento di autoregolamentazione aziendale
Rossana Arrichiello, Raffaele d’Apolito, Beatrice Rainieri, Matteo Schiavone
Fondazione ISTUD, Master in Risorse Umane e Organizzazione 2015/2016 XXI Edizione